15 ottobre 2007
15 Ottobre 2007
di redazione
“C’è
un’Italia possibile, nuova, serena, che non urla, che non odia, che vuole un
cambiamento profondo nella politica e nel Paese” Dice Walter Veltroni alla
Repubblica (15 ottobre) Quando parla il
neoeletto leader del Partito democratico non so mai se preoccuparmi per il mio
tasso glicemico a causa dell’abbondante ingestione di melassa o per il mio
fegato costretto ad assorbire portate formidabili di aria fritta
“Non
sappiamo che cosa unisce i delegati eletti nelle tre diverse liste di Veltroni”
Dice Arturo Parisi alla Stampa (15 ottobre) Nella
domanda c’è la risposta: i veltroniani sono uniti dal non sapere che cosa li
unisce. Il Veltroni con sorpresa è il loro ideale di vita
“E’
la rivoluzione d’ottobre” Dice Dario Franceschini al Corriere della Sera (15
ottobre) Franceschini con la sua arietta
un po’ da Zinoviev, stia attento ai
processi del ’36
“Nella
società italiana resistono, verrebbe da dire miracolosamente, una domanda di
partecipazione democratica e di conseguenza una volontà di contare e di
contarsi che non sono state né dissolte né piegate dalle tante delusioni e dai
tanti passi falsi di questi anni” Dice Paolo Franchi al Riformista (15 ottobre)
Nella sinistra italiana resiste una
tradizione, verrebbe da dire miracolosamente, per cui nelle primarie i voti si
contano a milioni mentre nelle politiche i voti che contano sono 25 mila