25 aprile. Napolitano: “E’ importante celebrare la Resistenza, piaccia o no”
23 Aprile 2009
di redazione
"È importante che quest’anno ci si unisca nella giornata del 25 aprile per celebrare in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo l’una o l’altra componente della Resistenza". E’ quanto ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano davanti all’Ossario di Forno di Coazze dove sono sepolti 100 dei 300 partigiani caduti in Val Sangone.
Napolitano ha preso la parola, visibilmente commosso, davanti ai gonfaloni dei comuni, agli stendardi delle associazioni combattentistiche e al medagliere dell’ANPI del Piemonte per ricordare che fin dal giorno della sua elezione al Quirinale sottolineò la necessità di celebrare la Resistenza "con l’impegno di ricomporre in spirito di verità la storia della Nazione, della Repubblica per giungere finalmente a un comune sentire storico".
"È essenziale – ha aggiunto Napolitano – che ci unisca la stessa consapevolezza, lo stesso impegno a preservare il patrimonio e i valori della Resistenza che si sono tradotti nei principi e nei diritti della Carta repubblicana". Per il Capo dello Stato è importante dare la dovuta attenzione al contributo di tutte le componenti che parteciparono alla lotta di liberazione nazionale "senza svalutare e diffamare, come purtroppo è accaduto e ancora accade, l’esperienza partigiana il cui contributo, piaccia o non piaccia, fu determinante per restituire dignità, indipendenza e libertà all’Italia".
A questo proposito ha tenuto a rendere "l’omaggio a nome della Repubblica all’eroismo delle formazioni partigiane il cui contributo – ha aggiunto – piaccia o non piaccia fu determinante per restituire dignità, indipendenza e libertà all’Italia". A quella lotta insieme ai partigiani partecipò il popolo, ha ricordato, con una solidarietà attiva e partecipò anche una componente militare che restò fedele al giuramento e dopo l’8 settembre non si piegò all’umiliazione di sottomettersi alle truppe naziste, a rischio della vita, di eccidi come quello di Cefalonia.
Alla Resistenza Napolitano iscrive anche gli oltre 600 mila militari che furono internati in Germania, egualmente, per avere rifiutato di passare con le truppe naziste, internati che vissero una "odissea". "Bisogna dare il posto che spetta anche alle formazioni del rinato Esercito Italiano che dopo l’8 settembre combatterono le prime battaglie a Mignano Montelungo, presso Cassino, dove – ha annunciato – mi recherò il 25 aprile". Questa celebrazione si svolgerà, ha detto, "con lo stesso spirito con cui un anno fa andai a Genova e dissi che la Resistenza fu una straordinaria prova di riscatto civile e patriottico e non può appartenere ad una sola parte del Paese".