Abortire o partorire a tredici anni

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Abortire o partorire a tredici anni

04 Gennaio 2011

Anna, il nome è nostro, ha tredici anni, la stessa età di Yara Gambirasio, la bambina bergamasca scomparsa ormai da un mese e mezzo. Eppure Anna ha avuto un destino molto diverso da quello della piccola Yara, perché Anna ha una figlia, appena nata, frutto di una storiella con un ragazzino sedicenne ed è certamente una delle mamme più giovani d’Italia.

Anna risiede a Cassano Murge, in provincia di Bari, come il papà della neonata. I due ragazzi frequentano la stessa scuola, si sono incontrati durante i propri impegni di studio e da questo “amore”, molto giovane, è venuta al mondo una bimba. L’evento è stato tenuto nascosto finché è stato possibile, anche per la delicatezza della vicenda. Ma oggi tutti raccontano la storia di Anna quasi come una storia di ordinaria follia.

Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell’età evolutiva, dalle colonne del Corriere, sentenzia che Anna “è ancora una bambina e non certo una persona adulta, e non sempre in grado di fornire ad un neonato tutte le cure e le attenzioni che quel bambino certamente richiederà. A 13 anni è troppo presto avere un figlio perché quella è l’età dell’adolescenza e della giovinezza e non certo quella dell’assunzione di responsabilità”.

Eppure si tralascia l’aspetto più importante della vicenda: il fatto che sin dal primo momento i due ragazzi, e con loro le famiglie, ad un aborto hanno preferito una nascita. Anzi, – si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno che riportava la notizia – “tutti i parenti sono contenti e vivono l’evento con affetto e discrezionalità. Le due famiglie dei ragazzi-genitori, costituite da onesti lavoratori, hanno accolto con gioia la nascita e l’improvvisa genitorialità dei loro ragazzi".

Forse è vero, a tredici anni le bambine giocano ancora con le bambole e non con un figlio proprio. È vero che i nostri giovani arrivano all’adolescenza impreparati e disinformati, sui rischi di un facile approccio alla sessualità, che non vuol dire solo rimanere incinta ma anche andare incontro alla trasmissione di malattie. È vero che i genitori sono sempre più disattenti alle esigenze dei propri figli e alla possibilità che a quell’età si possano commettere degli errori. Ma chi può davvero dire che un aborto sarebbe stato meno traumatico per la vita della piccola Anna rispetto ad un figlio, indubbiamente difficile, magari all’inizio neppure voluto ma oggi certamente amato?