Abruzzo. Per l’Anci 35.000 persone non hanno identità

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Abruzzo. Per l’Anci 35.000 persone non hanno identità

23 Aprile 2009

Ripristinare la funzionalità degli edifici pubblici e privati danneggiati dal sisma, ripristinare la funzionalità amministrativa all’interno dei Comuni colpiti, garantire la convivenza civile nei campi. Sono questi i 3 interventi immediati per i quali l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha attivato un lavoro di coordinamento con tutti i Comuni italiani che vorranno dare il proprio sostegno alle popolazioni terremotate in Abruzzo. Il Responsabile della Consulta e Sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, insieme con il Segretario Generale dell’Anci Angelo Rughetti e con il responsabile Anci per la Protezione civile, Antonio Ragonesi, hanno lanciato un appello a tutti i Comuni che volessero dare sostegno, affinchè "comunichino le loro disponibilità al presidio degli Enti locali all’interno del Dicomac a L’Aquila, che sarà il punto di riferimento per la gestione di tutte le iniziative che arriveranno da parte dei primi cittadini".

In particolare, in questo momento, "abbiamo la necessità di avere a disposizione tecnici verificatori comunali, vigili urbani e segretari comunali", ha detto Reggi. Come afferma l’Anci, nel corso della riunione di oggi, è emerso che a L’Aquila e nei Comuni colpiti da sisma sono circa 35.000 le persone senza identità, che hanno perso i documenti dopo la distruzione delle loro case. L’associazione sottolinea che per ovviare a questo problema, che pone difficoltà sia per le imminenti elezioni europee che dal punto di vista dell’ordine pubblico, l’Anci è pronta a coordinare l’attività di tutti i Comuni che vorranno mettere a disposizione dell’emergenza i propri segretari comunali: "Non si tratta solo di ovviare ai possibili problemi di ordine pubblico e alla costituzione delle liste elettorali per le Europee – ha detto Rughetti – perchè la ricostituzione dell’anagrafe sarà necessaria anche nella seconda fase di gestione dell’emergenza, in cui gli aiuti e i rimborsi saranno connessi naturalmente all’identificazione dei soggetti che ne hanno diritto".

A questo proposito l’Anci, insieme con l’Agenzia dei segretari comunali, ha messo a disposizione i primi 6 segretari, disponibili da subito per un servizio di front office ai sindaci. Un ulteriore difficoltà a cui porre rimedio nel più breve tempo possibile, e per risolvere la quale saranno necessari i tecnici verificatori comunali, spiega l’Anci, consiste nel fatto che "per revocare le ordinanze di evacuazione degli edifici emanate dai sindaci dopo il sisma- spiega ancora Reggi- è necessario procedere alle verifiche di stabilità caso per caso: i nostri tecnici esperti in edilizia, che organizzeremo da qui fino a settembre, faciliteranno il compito dei sindaci. Infine, prosegue Reggi, "vogliamo favorire una permanenza all’interno dei campi all’insegna della civile convivenza, e in questo caso metteremo in campo le esperienze maturate dalle nostre polizie locali e dai vigili urbani, molte delle quali già operative, in modo da garantire presidi continui in tutte le tendopoli". La Consulta, infine, ha deciso che le sedi Anci regionali dovranno assumere un ruolo importante per coordinare gli interventi di sostegno nelle successive fasi di ricostruzione.