Afghanistan. Forze Usa impegnate in una “battaglia infernale” a Helmand
03 Luglio 2009
di redazione
Le forze statunitensi sono impegnate da qualche ora in violenti scontri con i talebani nella provincia di Helmand, nell’Afghanistan meridionale, dove ieri hanno sferrato una vasta offensiva.
Lo ha reso noto il generale Larry Nicholson, comandante del corpo dei Marines sul posto. L’offensiva americana si è trasformata in una "battaglia infernale" ha detto Nicholson alla France Presse.
Già ieri 4.000 soldati Usa e 650 afgani hanno fatto partire l’operazione "Khanjar" (colpo di spada), con il fine di liberare la provincia dai talebani. Fonti militari hanno fatto sapere che un marine è morto e altri sono rimasti feriti.
È inoltre terminata nella notte, nella valle di Musahi, nei pressi di Kabul, una vasta operazione congiunta tra militari italiani e afghani, che ha consentito di sgominare un gruppo di ‘insortì responsabile di una serie di attacchi proprio nei confronti dei parà della Folgore. Secondo quanto riferito dal comando del contingente italiano a Kabul, nell’operazione, cominciata alle 4 di ieri notte sono stati impegnati circa 600 militari tra paracadutisti del 186/mo reggimento della Folgore e soldati dell’esercito afghano. Oltre alla cattura del gruppo di insorti, sono state sequestrate anche numerose armi portatili.
"È importante che questa sia sempre di più una missione Nato, che non diventi una missione americana. E anche gli altri paesi devono fare la loro parte. L’Italia è in prima fila, in questo momento cruciale. Noi avremo successo se riusciremo a mantenere l’Afghanistan dalla nostra parte, essendo prudenti al massimo grado. E poi è critico, molto critico, il sostegno dell’opinione pubblica". Lo ha affermato, in un’intervista al "Corriere della Sera", Jaap de Hoop Scheffer, segretario generale della Nato, che il 31 luglio porterà a termine il mandato ed ha fatto l’ultimo viaggio nel paese. "Dobbiamo fare di più. Dobbiamo convincere la gente in Occidente che noi siamo in Afghanistan per ricostruire il Paese ma anche per presidiare una prima linea della lotta al terrorismo internazionale. In questo, sono d’accordo con il vostro premier Berlusconi – ha detto Scheffer – Dobbiamo far capire alla gente che alla sicurezza di Kabul è collegata la sicurezza di Firenze, o di qualsiasi città europea". Rimpianti? "Non mi sono mai pentito di un solo minuto – ha risposto il segretario generale della Nato – Ma con il senno di poi, vedo che vi sono stati pro e contro nell’affidare le singole province ai singoli paesi. Ogni nazione ha potuto conoscere in profondità la provincia in cui è impegnata, ma alcuni paesi hanno guardato all’Afghanistan come attraverso una cannuccia, puntata sulla ‘lorò provincia e basta. Così si può perdere la visione generale".