Afghanistan. Isaf uccide civile per errore, Karzai: “Troppe vittime innocenti”
20 Febbraio 2010
di redazione
I combattimenti nella provincia meridionale di Helmand, dove da oltre una settimana è in corso l’Operazione militare congiunta afgana internazionale Moshtarak (Insieme), continuano a essere "difficili" in aree della città di Marjah, ma anche altrove. Nel suo quotidiano aggiornamento sulla situazione, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) ha indicato oggi che mentre prosegue l’azione militare, sono in corso iniziative di stabilizzazione della sicurezza che hanno implicato "il dispiegamento di reparti della Gendarmeria afghana nel distretto di Nad Ali ed in parti di Marjah".
Un civile afghano è stato ucciso ieri sera nella provincia meridionale di Helmand da un’unità della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) che ha temuto avesse abbandonato un ordigno esplosivo (ied). In un comunicato si precisa che l’incidente è avvenuto a Nad Ali dove è in corso l’Operazione Moshtarak, quando il civile non ha rispettato i segnali della pattuglia lasciando a terra una scatola, fuggendo, e poi tornando di corsa verso i militari, momento in cui è stato ucciso. Una verifica, si dice infine, ha permesso di accertare che la scatola non conteneva esplosivo ed ora i militari della zona terranno una shura (assemblea) con i leader locali per mettere a punto un piano volto a ridurre al minimo le vittime civili. Il responsabile della Commissione indipendente per i diritti umani dell’Afghanistan, Abdur Rahman Hotaki, ha detto che fino a ieri 21 civili erano stati uccisi nell’ambito dell’offensiva militare in corso.
Nello spirito inoltre di reintrodurre l’autorità del governo centrale su settori del territorio controllati dai talebani, il governatore del distretto di Nad Ali ha registrato un messaggio con un numero di telefono in cui incoraggia gli insorti a reintegrarsi nella società civile. "I combattimenti rimangono difficili nel nord-est ed ovest di Marjah – osserva comunque il comunicato – ma l’attività degli insorti non è limitata a queste aree". Le forze dell’Isaf e quelle afghane, si dice infine, rimangono impegnate a ridurre la possibilità di vittime civili e di quelle proprie.
Intanto, un importante capo talebano è stato ucciso nel Sud dell’Afghanistan. Lo ha riferito un portavoce dell’amministrazione provinciale di Helmand, Daud Ahmadi, precisando che "le forze militari congiunte hanno ucciso il mullah Amanullah nell’area di Marjah", senza indicare quanti altri talebani siano stati uccisi o feriti. Nei giorni scorsi il governatore provinciale di Helmand, Gulab Mangal, aveva confermato la morte di oltre 40 militanti nel corso dell’operazione ‘Mushtarak’.
Il presidente afghano Hamid Karzai, intervenendo alla prima sessione del Parlamento a Camere riunite dopo le vacanze invernali, ha affermato che "le iniziative militari in Afghanistan creano ancora troppe vittime civili". Il capo dello Stato ha sostenuto che "dobbiamo arrivare ad un punto in cui non vi siano più vittime". Successivamente ha mostrato ai parlamentari una foto di una bambina di 8 anni esclamando: "Questa è l’unica persona rimasta per raccogliere i cadaveri dei suoi familiari" uccisi da missili della Nato che hanno sbagliato giorni fa il bersaglio nella provincia di Helmand.
"Il nostro sforzo e le nostre critiche – ha proseguito – continueranno fino a raggiungere l’obiettivo". Karzai ha poi ringraziato il comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), generale Stanley McChrystal, per essersi schierato onestamente dalla parte degli afghani "nell’impegno di controllare le vittime civili". Se prendiamo in esame gli attacchi aerei, ha aggiunto, "ci sono stati degli obiettivi progressi. Al momento la Nato e le forze della Coalizione stanno cercando di svolgere le loro operazioni in modo preciso, e questo ha prodotto una riduzione delle vittime civili. Ma noi vogliamo eliminarle del tutto".
Un altro problema evocato nel suo discorso dal capo dello Stato è quello delle perquisizioni non autorizzate delle case a cui, ha sottolineato, "vogliamo pure mettere fine". Stiamo cercando di mettere su una Commissione afghana, ha reso noto, che "attraverso negoziati con la Nato metta completamente fine alle operazioni non autorizzate, alle perquisizioni delle case, e agli arresti a parte delle forze straniere". "L’assistenza della comunità internazionale – ha concluso – non deve in alcun modo costituire un limite per l’azione indipendente e per il sistema giudiziario dell’Afghanistan".