Afghanistan. La Russa: “La nostra presenza è imprescindibile”

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Afghanistan. La Russa: “La nostra presenza è imprescindibile”

26 Luglio 2009

"La presenza dei nostri militari in Afghanistan è imprescindibile. Lasceremo il Paese solo quando saranno garantite le condizioni di sicurezza". Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa arrivando al convegno organizzato dai Circoli Nuova Italia.

"Se pensassimo da papà come ha fatto Bossi, il primo sentimento è quello di farli tornare a casa. Ma noi come anche Bossi pensiamo da ministro e sappiamo che quello che stanno facendo i ragazzi della Folgore insieme agli altri contingenti internazionali è un compito importante, imprescindibile, irrinunciabile". Il ministro risponde così ai crontisti che gli chiedono un commento su quanto dichiarato dal leader della Lega che aveva ipotizzato ieri l’opportunità di un rimpatrio dei militari italiani. La Russa spiega che i militari "torneranno indietro quando avranno concluso l’obbiettivo della missione: dare all’Afghanistan la possibilità di gestire autonomamente il territorio, consentendo condizioni di sicurezza per il Paese e per quella parte del mondo che vuole combattere il terrorismo".

Contro l’escalation delle ostilità da parte dei talebani nelle zone in cui si trovano i militari italiani il ministro degli Esteri Franco Frattini ha assicurato che i militari italiani verranno messi nelle condizioni di fronteggiare i pericoli contro cui combattono in Afghanistan: "Aumenteremo i Predator e la copertura dei Tornado, in funzione non solo di ricognizione, ma anche di vera e propria copertura". Il capo della Farnesina ha poi spiegato che gli aerei Tornado verranno utilizzati anche in azioni di combattimento. Intervistato dal Corriere della sera, il titolare degli Esteri ha parlato di un Hamid Karzai "indebolito" in vista delle elezioni presidenziali del 20 agosto e ha osservato: "Se sarà riconfermato, dovrà costruire intorno a sé una nuova leadership in grado di affiancarlo durante il mandato a affermarsi progressivamente".

Nell’intervista, oltre alla situazione della missione italiana a Kabul, Frattini ha parlato del futuro prossimo dell’Unione europea e ha criticato la decisione del Parlamento di posticipare l’elezione del presidente della Commissione: così, sottolinea, "si lascia tre mesi e mezzo sulla graticola il presidente designato all’unanimità dal Consiglio europeo", ovvero l’uscente Josè Manuel Durao Barroso. Frattini auspica poi l’adesione dell’Irlanda al Trattato di Lisbona che, prevede, potrebbe entrare in vigore già nel "dicembre 2009". Dopodichè si parlerà dei nuovi ruoli: ·È probabile – dice – un presidente del Consiglio socialista e l’alto rappresentante potrebbe essere collegato alla famiglia popolare".

Tony Blair? "L’Italia – risponde – ha grande simpatia per Blair". E l’alto rappresentante per la politica estera? "Vi sono state poche candidature, tutte smentite. A cominciare dalla mia. Che, ribadisco, è smentita".