Afghanistan. Pietro Colazzo è la vittima italiana nell’attentato di ieri

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Afghanistan. Pietro Colazzo è la vittima italiana nell’attentato di ieri

27 Febbraio 2010

La vittima italiana dell’attacco suicida di ieri a Kabul ad opera dei talebani è Pietro Antonio Colazzo, numero due dei servizi di sicurezza italiani in Afghanistan.

La qualifica ufficiale della vittima era quella di "consigliere diplomatico accreditato dalla presidenza del Consiglio presso l’ambasciata italiana".

Nato 47 anni fa a Galatina, provincia di Lecce, Colazzo era un civile e non un militare. Aveva studiato all’Università Orientale di Napoli e parlava il dari, lingua persiana diffusa in Afghanistan, il che lo rendeva la figura ideale per tenere i contatti con i capi delle forze di sicurezza afghane e la popolazione locale. Lascia pertanto un vuoto difficilmente colmabile negli organici dell’Aise.

Prima di arrivare a Kabul, Colazzo era stato in Oman.

Nell’azione terroristica, oltre a Colazzo hanno perso la vita almeno altre 17 persone; circa 20 i feriti. Lo ha riferito il ministero dell’Interno afghano.

L’attentato, che mette fine ad un periodo di relativa calma nella capitale afghana dopo l’offensiva degli insorti del 18 gennaio scorso che ha provocato 12 morti, è avvenuto a pochi metri da un lussuoso edificio, che ospita l’Hotel quattro stelle Safi Landmark ed il centro commerciale Kabul City Center, causando gravi danni.

Il commando è entrato in azione verso le 6.30 (le 3 italiane) quando le strade erano deserte anche per la festività islamica del venerdì. Una prima fortissima esplosione, seguita da una seconda minore, ha fatto scattare l’allarme. Prima le tv, poi le fonti ufficiali, hanno fornito un bilancio di nove morti e 29 feriti. L’attentato è stato successivamente rivendicato per telefono da un portavoce dei talebani, secondo cui il commando che ha portato a termine l’operazione era composto da 8 persone, una delle quali ha fatto saltare l’auto-bomba in cui si trovava.

Non è ancora chiaro se la presenza di cittadini indiani fra le vittime sia da mettere in relazione con l’incontro avvenuto ieri a New Delhi fra delegazioni governative di India e Pakistan per cercare di riprendere un dialogo bilaterale interrotto dopo gli attentati di Mumbai del 2008.