Afghanistan. Talebani incendiano due scuole e decapitano il preside
27 Giugno 2010
di redazione
Ancora nuovi attacchi dei talebani contro le scuole afghane. Due scuole elementari nel sud dell’Afghanistan sono state date alle fiamme, mentre è stato decapitato il preside di un’altra scuola dello stesso distretto. Lo ha reso noto, con un comunicato diffuso oggi, il ministero dell’Istruzione afghano precisando che Sakandar Shah Mohammadi, preside della Al Berooni School nel distretto di Qara Bagh della provincia di Ghazni è stato decapitato ieri.
Nello stesso giorno decine di militanti, a bordo di motociclette, hanno attaccato e dato alle fiamme due scuole elementari della zona di Zardalo, sempre nello stesso distretto. Si trattava di una scuola maschile e una femminile. Come è noto durante il loro regime, dal 1996 al 2001, i talebani avevano proibito alle ragazze di andare a scuola.
L’attacco arriva all’indomani della condanna da parte dei religiosi, dei capi tribù e degli abitanti di Helmand dell’esecuzione da parte dei Talebani di un bambino di sette anni, accusato di spionaggio con le forze della Coalizione in Afghanistan. "E’ un atto disperato da parte dei miliziani per terrorizzare la popolazione locale", interpretano il brutale atto e lo condannano duramente. Perché l’uccisione di un bambino è considerato un atto assolutamente inaccettabile dagli afghani e contraddice anche le regole interne dei talebani.
Inoltre, secondo i locali il ragazzino non sarebbe stato ucciso per il sospetto di collaborazionismo, ma perché il padre non era in grado di fornire ai miliziani i soldi richiesti. Mawlawi Mehr Del, vice capo del Consiglio religioso musulmano di Helmand, contattato da Institute for War & Peace Reporting spiega che "l’Islam non permette a nessuno di condannare a morte un minore. È contro l’Islam, contro la sharia – ha detto -. Dio sarà molto arrabbiato con loro. Chi ha commesso un atto simile non può dirsi né jihadista, né talebano, ma solo nemico della vita".
L’omicidio, ha aggiunto, mostra che i Talebani sono sotto forte pressione nella loro guerra con le forze della Coalizione. Alcuni testimoni riferiscono che il bambino, che si chiamava Delawar, è stato portato da una decina di Talebani nel giardino della sua casa, nel villaggio di Heratian, nel distretto di Sangin. Un talebano ha accusato Delawar di essere una spia delle forze britanniche. Taza Gol, 60 anni, abitante a Sangin, ha detto che il bambino ha chiamato i suoi genitori urlando quando i miliziani gli hanno messo una corda attorno al collo. "Sono molto spaventato – ha detto Gol – le esecuzioni dei talebani senza processo si erano interrotte, ma ora sono riprese".