Afghanistan. Talebani rivendicano attacco contro alpini italiani
10 Ottobre 2010
di redazione
Le milizie talebane afghane hanno rivendicato questa mattina l’attentato compiuto ieri nella zona di Farah, in Afghanistan, nel quale hanno perso la vita quattro alpini italiani. In una nota diffusa sul proprio sito Internet, e firmata dal portavoce delle regioni occidentali, Qari Muhammad Yusuf Ahmadi, si legge che "in un nostro attacco armato contro un convoglio logistico delle forze occupanti nella zona di Gulistan, a Farah, sono andati distrutti 10 veicoli militari".
Il portavoce talebano non cita mai la nazionalità dei nostri militari ma spiega che "sono stati provocati ingenti danni al nemico, abbiamo ucciso e ferito numerosi soldati ma al momento non ne conosciamo il numero esatto". Nella nota si parla di un lancio di razzi che ha fatto seguito alla prima esplosione, e si aggiunge che sono stati eseguiti altri due analoghi attacchi contro le tuppe Nato nella stessa zona nella mattina e nella serata di ieri.
Il parlamento dovrebbe valutare se in Afghanistan si può far ricorso "a tutto quel potenziale offensivo di cui disponiamo". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un’intervista al Corriere della Sera, risponde ad una domanda sulla proposta del ministro della Difesa Ignazio La Russa "di dotare i nostri aerei di bombe". "In una situazione cambiata, fermo restando che siamo in Afghanistan per difendere i civili, è giusto che il Parlamento sia messo in grado di decidere, confermare ed eventualmente riconsiderare se noi si debba far ricorso a tutto il potenziale offensivo del quale disponiamo", afferma Frattini. E, nel commentare la morte dei quattro alpini, spiega che "in posti come Farah, le operazioni antiterrorismo hanno liberato i villaggi dalla morsa dei talebani… Questo ha reso quelle zone più pericolose, ciò mette le nostre forze combattenti direttamente allo scontro cen i terroristi".
Secondo il titolare della Farnesina, "c’è un paradosso". "Più si hanno successi -afferma- e più è come il serpente a sonagli ferito: finchè non l’hai ucciso cerca di morderci". "Il nostro impegno combattente c’è sempre stato, ora emerge perchè le dinamiche sul terreno hanno raggiunto grandi risultati. È in atto una recrudescenza di quanti puntano a recuperare villaggi sottratti al loro controllo".
Frattini si rivolge poi al Partito Democratico. Alla domanda se conti sul suo sostegno alla missione in Afghanistan, risponde che il Pd "dovrebbe trovare nella strategia che Onu e Nato stanno adottando ciò che a lungo aveva richiesto: una linea che sia anzitutto politica, non l’approccio di George Bush solo militare". Il leader del Pd Pierluigi Bersani parla di riflessione sulla strategia di transizione: "E’ ciò – afferma il ministro – che avverrà a Roma, il 18 ottobre, con la riunione di 46 rappresentanti speciali per quel Paese".
Frattini lancia poi una proposta in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia: "Nel 2011 vorrei un luogo e un giorno per ricordare tutti i caduti in missione di pace. Lo adombra anche Piero Fassino: può essere un momento di unità nazionale". Il ministro ribadisce infine che il 2011 "deve essere l’anno dell’inizio del ritiro dall’Afghanistan. Da qui al 2014 – spiega – vedo una riduzione complessiva del contingente combattente, che è la stragrande maggioranza, e un mantenimento dei nostri formatori, i quali sono 500 e diventeranno700".