Il presidente iraniano ribadisce quanto già detto 26 ottobre 2005: “Israele è ormai alla fine e presto dovrà rassegnarsi a scomparire sotto i colpi di Hezbollah e dei palestinesi”.
L’“auspicio” di Ahmadinejad arriva%0D mentre il potere giudiziario annuncia le confessioni di due intellettuali iraniani, Haleh Esfandiari e Kian Tajbakhsh, con passaporto americano già arrestati e accusati di spionaggio a favore di Washington.
Il ritorno sulla scena di un presidente da qualche tempo insolitamente silenzioso, la ripresa della retorica anti-israeliana e il rilancio di quella che molti osservatori definiscono la “nuova guerra degli ostaggi” sembra preparare un nuovo duro confronto tra Iran e Occidente. Quel confronto potrebbe spaziare dalle questioni del nucleare e del conflitto iracheno fino agli agitati scenari libanesi, dove la scadenza del 12 giugno, fissata dal Consiglio di Sicurezza, aprirà la strada al tribunale internazionale incaricato di giudicare i responsabili dell'assassinio del primo ministro Rafik Hariri. Il risveglio del presidente e la sfida del potere giudiziario fanno dunque presagire nuove imminenti tensioni.