Alitalia. Dipendenti: no a prestito ponte, torni Air France
23 Aprile 2008
di redazione
Air France era l'”unica soluzione industrialmente e finanziariamente solida e credibile”. I 300 milioni di euro del prestito ponte saranno “bruciati in pochi mesi”.
A parlare così sono 2.300 dipendenti Alitalia in una lettera aperta inviata “ai Sindacati, a Spinetta, al Governo, agli Italiani”. Un gruppo di lavoratori che afferma di non sentirsi più rappresentato dai sindacati. Poiché aver fatto saltare l’accordo con la compagnia franco-olandese.
“Siamo un gruppo di 2300 dipendenti Alitalia, impiegati, tecnici della manutenzione, assistenti di volo, quadri,piloti che fino ad ora non hanno potuto dire la loro – si legge nella missiva – Vogliamo dire che siamo vicini a tutto il management Alitalia che con grande serietà ha sostenuto e voluto la fusione con Air France KLM, unica soluzione industrialmente e finanziariamente solida e credibile, desideriamo dire con forza che non siamo d’ accordo con l’ irresponsabile e alquanto sospetto comportamento dei sindacati, molti moltissimi di noi non si sentono più rappresentati da queste unioni sindacali che da troppi anni e più drammaticamente ora non hanno saputo prendere decisioni serie”.
“Far saltare un accordo di questa importanza è un atto ripetiamo irresponsabile, di pura convenienza politica usando la nostra pelle a scopi elettorali e facendo impazzire il titolo in borsa. Questo non è mercato, è giocare sulla pelle non solo dei dipendenti Alitalia ma di tutti gli Italiani che giustamente non vogliono pagare per una italianità solo speculare e presunta e che non sarebbe stata messa a rischio dal piano AF ma sarebbe cresciuta con investimenti congrui per il rilancio del nostro caro marchio e soprattutto la copertura dei debiti. Ora – è l’accusa – 300 milioni di euro degli italiani saranno bruciati in pochi mesi”.
“Ci scostiamo fortemente da queste caste che continuano a decidere solo per i loro piccoli interessi e non fanno il bene della nostra azienda e dell’ economia nazionale. Noi non siamo una casta come tanti possono ingenuamente credere ancora, ma seri lavoratori che da dieci anni fanno sacrifici in termini di busta paga e maggior produttività per salvare la nostra azienda. Sacrifici che quei sindacati ci hanno chiesto per spergiurare il fallimento. Non ci stiamo piu’! Noi non vogliamo pesare sugli Italiani, volevamo e vogliamo un datore di lavoro serio e affidabile e con un Know How che solo Af-Klm ci può assicurare”, conclude la lettera aperta.
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fonte: APCOM