Alitalia, Veltroni torna all’attacco del Governo
27 Maggio 2008
di redazione
Stavolta Walter Veltroni l’ha fatto. Ha rotto gli indugi ed è entrato a gamba tesa nella vicenda Alitalia. Come? Proponendo soluzioni alternative? Macché, denunciando il silenzio del Governo. Come da copione veltroniano.
“Voglio denunciare il silenzio” dell’esecutivo sulla vicenda Alitalia e “chiedere al governo un’indicazione chiara su un problema drammatico per la vita pubblica del Paese”, ha detto Veltroni. Se c’è però qualcuno che ha usato come arma il silenzio per non salire nella nave in piena tempesta è stato proprio lo stesso leader del Pd, che in campagna elettorale ha dribblato l’argomento fino a quando non ha dovuto fronteggiare le uscite del leader del PdL. Salvo poi denigrare lo stesso Berlusconi per aver (a dire suo e del centrosinistra) fatto scappare Air France e tirato in ballo una cordata fantasma. Che quella del Cav. non fosse una boutade lo si è compreso fin da quando si sono fatti i primi nomi a partire da quello di Bruno Ermolli, incaricato di sbrigliare la matassa. Che “l’esuberanza” di Berlusconi in materia abbia riaperto i giochi ed evitato quella che molti esperti del settore definivano una svendita in piena regola è ormai appurato. Che l’annuncio di una possibile cordata italiana non abbia creato turbamenti del mercato lo si può dare per certo considerato che, fino a prova contraria, la Consob non ha portato avanti alcuna azione nei confronti del Presidente del consiglio.
E Veltroni cosa fa? Taccia l’Esecutivo di immobilismo in un momento delicatissimo nel quale tutti sanno come il Governo si stia muovendo su più fronti.
Ecco l’accusa veltroniana: "I giorni passano ma la questione Alitalia non viene affrontata né risolta. Il destino della compagnia di bandiera, dopo che si sono create le condizioni per l’abbandono della trattativa da parte di Air France, lascia spazio a rischi molto forti. Non ci sono né la famosa cordata italiana, né soluzioni alternative all’orizzonte”.
Intanto, il decreto legge con il prestito-ponte da 300 milioni per Alitalia, approvato nel corso del consiglio dei Ministri di Napoli, dovrebbe essere approvato senza modifiche dalla Camera. La misura che consente di trasformare temporaneamente tale prestito in patrimonio della società, spiegano fonti di governo, sarà inserità nel decreto fiscale. La decisione, sottolineano le stesse fonti, dovrebbe essere comunicato nel pomeriggio in commissione Trasporti della Camera.