Almeno non chiamateli costruttori!
17 Gennaio 2021
Il costruttore è un imprenditore che, per poter iniziare l’attività, ha dovuto dimostrare i suoi requisiti di capacità tecnico-organizzativa, di non aver avuto procedimenti pendenti per la violazione delle leggi antimafia, di non aver subito condanne per ricettazione, riciclaggio, emissione di assegni a vuoto eccetera.
Piccolo o grande che sia, avrà dovuto inoltre investire in attrezzature.
Per fare il costruttore, soprattutto in questi anni terribili, devi avere tanto coraggio, determinazione e creatività.
Egli deve imparare a sopportare le difficoltà, perché solo così può imparare a rialzarsi sempre, dopo qualsiasi errore. E ogni giorno rischia tutto ciò che ha per continuare a svolgere la sua difficile attività con tanti suoi collaboratori a cui assicura un lavoro.
E allora, conoscendo bene cosa significhi essere “costruttore”, mi chiedo come sia possibile associare questa professione a chi (spesso persino senza aver mai lavorato un solo giorno nella vita, senza rischiare nulla nulla e magari anche con precedenti con la giustizia) debba solo decidere se tradire il suo partito (e gli elettori che con quel simbolo lo hanno votato) per mantenere in piedi un Parlamento senza il quale perderebbe il suo ricco stipendio mensile.
È una mancanza di rispetto nei confronti di tutti, anche del presidente Mattarella che quel termine lo aveva usato per tracciare la strada di un’Italia che va ricostruita e non riaffidata a “costruttori” di castelli di sabbia.