Annozero.  Tarantini diffida la Rai: “Bloccate la puntata con la D’Addario”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Annozero. Tarantini diffida la Rai: “Bloccate la puntata con la D’Addario”

01 Ottobre 2009

"Non siamo stati invitati a partecipare ad Annozero e qualora giungesse l’invito saremmo obbligati a declinarlo perché si tratta di fatti sui quali è pendente un’indagine coperta da segreto istruttorio e professionale". Lo afferma stamattina l’avv. Nicola Quaranta, uno dei legali dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini – agli arresti domiciliari a Roma – a qualche ora dalla trasmissione alla quale parteciperà in diretta l’escort Patrizia D’Addario.

La difesa di Tarantini ha annunciato di aver inviato una diffida a Rai, ministero Sviluppo economico, Commissione vigilanza e Garante comunicazioni stigmatizzando, nel documento, anche i contenuti della puntata di Annozero dello scorso 24 settembre. "La diffida – spiega Quaranta – è a non intralciare l’inchiesta e a non parlare di argomenti che sono oggetto di indagini".

Direttamente dagli arresti domiciliari, l’imprenditore pugliese — accusato di corruzio­ne, cessione di cocaina e favoreg­giamento della prostituzione per aver reclutato ragazze da portare alle feste di Silvio Berlusconi — ha fatto in­viare una diffida ai vertici della Rai, al governo, al garante delle Comu­nicazioni e alla commissione par­lamentare di vigilanza "perché prendano provvedimenti riguar­do alla trasmissione del 24 settem­bre scorso e perché nella nuova trasmissione non vengano tenuti ulteriori comportamenti antigiuri­dici, in alcuni casi anche penal­mente rilevanti". Per ottenere il ri­sultato spende gli stessi argomen­ti già utilizzati dal premier e da nu­merosi esponenti del Pdl contro al­cune trasmissioni televisive del­l’azienda di Stato: "L’uso del dena­ro pubblico per perseguire fini di parte".