Area Popolare sentinella sulle “social issues”

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Area Popolare sentinella sulle “social issues”

11 Marzo 2015

Divorzio immediato, adozioni ai single, pillola del V giorno. Il Nuovo Centrodestra e i moderati che siedono in Parlamento restano sentinelle su importanti e delicate questioni sociali. Invita alla prudenza il capogruppo di Area Popolare in Senato, Renato Schifani, ricordando la contrarietà di Ncd e Udc al ‘divorzio immediato’, “perchè se da un lato è senza dubbio necessario superare l’attuale sistema che prevede l’obbligatorietà di un periodo non inferiore a tre anni per accedere al divorzio, dall’altro non si può passare da questo sistema ad uno che consentirebbe lo scioglimento dopo soltanto alcuni giorni dalla celebrazione del matrimonio”.

“Ci troveremmo dinanzi ad una schizofrenia giuridica di cui a pagarne le spese potrebbe essere proprio l’istituto familiare,” prosegue Schifani, “banalizzato e ridotto ad un mero fidanzamento rafforzato. Ciò non significa che in futuro non sia possibile prevedere un ulteriore accorciamento dei tempi per accedere al divorzio, che peraltro già sono ridotti dal testo che stiamo discutendo e che appunto comporterà una abbreviazione dei tempi. Ma tutto ciò potrà avvenire soltanto dopo una seria valutazione dell’impatto e delle conseguenze delle nuove disposizioni che ci accingiamo ad approvare".

Secondo il senatore Maurizio Sacconi, “la prospettiva della ricomposizione del centrodestra italiano quale necessaria alternativa di governo alla sinistra implica in esso una identità prevalente che sia espressione dei principi della tradizione nazionale. Si tratta di un approccio laico che riconosce legislazioni come quelle sul divorzio o sull’aborto ma non accetta la banalizzazione di atti di cui la società tutta non può che ammettere il carattere traumatico e perciò rilevante”.

“Così come i diritti dei minori per il centrodestra devono sempre precedere i desideri degli adulti”, aggiunge Sacconi. Per questo abbiamo fatto cosa utile ad opporci alla liberalizzazione dell’affido ad un solo genitore e non potremo che opporci alla tesi del divorzio immediato senza separazione come alla prospettiva di unioni civili che possano evolversi verso le caratteristiche dell’istituto matrimoniale mettendo così in discussione la stessa sostenibilità del nostro welfare”. “E ancora,” conclude, “manteniamo una ferma opposizione a che ogni pillola abortiva diventi strumento per condurre le interruzioni di gravidanza al di fuori della necessaria cura ospedaliera e delle attività di prevenzione".

“La tutela della famiglia resta un obiettivo primario soprattutto alla luce del cambiamento radicale in corso di valori e costumi”, dicono le senatrici di AP, Bianconi e Chiavaroli. “Ciò però non deve portare a ritenere che una migliore difesa dell’istituto familiare sia possibile ostacolando l’accelerazione dei tempi tecnici per divorziare. Per questa ragione riteniamo condivisibile lo spirito  del disegno di legge sul cosiddetto divorzio breve all’esame dell’Aula del Senato. Un provvedimento che, invece, risponde al bisogno di accelerare ed adeguare alle nuove esigenze emerse le procedure attinenti al diritto di famiglia”. “Allo stesso tempo,” aggiungono le senatrici, “non condividiamo soluzioni o ipotesi legislative estreme, quale quella dell’introduzione del divorzio immediato che, invece, ridurrebbe il matrimonio ad un contratto in prova”.

“Per questo ci batteremo affinché il divorzio immediato sia espunto dal testo. Piuttosto, siamo convinte che  sia necessario intervenire attraverso misure di sostegno e di aiuto verso le famiglie. Politiche fiscali e di assistenza che consentano in particolare alle donne di conciliare la propria vita di madri con quella di lavoratrici. E’ un aspetto sul quale l’Italia deve crescere per recuperare il ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Solo così possiamo pensare di far crescere e trasmettere quei valori in cui tutti noi crediamo, scongiurando la proliferazione di quel nichilismo e relativismo che invece condurrebbe la famiglia ad una crisi irreversibile. Un rischio che non possiamo correre, perchè dalla difesa dell’istituto familiare dipende il futuro della nostra Società".

Bianconi e Chiavaroli esprimono soddisfazione per il ritiro dell’emendamento Puglisi sulle adozioni single, “volto a cancellare la parte della norma che richiede ai fini dell’adozione da parte degli affidatari il possesso di specifici requisiti, così come previsto dall’articolo 6 della legge 84/83. Infatti, qualora questo emendamento fosse stato approvato avrebbe aperto attraverso l’affido un vulnus nell’istituto dell’adozione”.

“Invece con il ritiro – spiegano – è stato confermato il principio secondo il quale il passaggio da affido ad adozione è possibile solo in presenza dei precisi requisiti previsti dall’articolo 6 della legge 84/83, quali l’essere coniugati, il dimostrare la stabilità del rapporto di coppia e il possedere una certa differenza di età con il minorenne. A questo si unisce anche la decisione di modificare il titolo stesso del provvedimento, passando da ‘Modifiche alla legge 4 maggio 1983 n.184, in materia di adozioni dei minori da parte delle famiglie affidatarie, al più chiaro ‘Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare’. Si tratta di cambiamenti non secondari ma volti a tutelare, da un lato, il minore e dall’altro ad evitare scorciatoie che aprano l’adozione anche ai single".

La senatrice Paola Binetti interviene infine sulla pillola del V giorno, spiegando che “il Consiglio Superiore di Sanità ha deliberato che la pillola del V giorno possa essere venduta solo con una adeguata prescrizione medica. E’ un fatto totalmente coerente con la tutela della salute delle adolescenti e di quelle giovani donne che potrebbero farne un uso non appropriato. La richiesta della ricetta, anche indipendentemente dall’età della richiedente,  permette di evitare gravi effetti collaterali nel caso di assunzioni ripetute in assenza di controllo medico. Sono misure a garanzia della salute delle donne, proprio per non alterare il loro equilibrio ormonale”.

“Non è in gioco il principio di autodeterminazione – commenta la Parlamentare – così come non lo è nel momento in cui un paziente va da un medico e chiede la prescrizione di un farmaco o accetta di assumere un farmaco che gli viene prescritto. Se così non fosse, allora vorrebbe dire che starebbe per arrivare una nuova medicina ‘bricolage’: la medicina fai da te, che non ha bisogno di Laurea in Medicina, di abilitazione alla professione e di  successiva Educazione medica continua. Una medicina della improvvisazione commerciale, affidata solo al marketing della pubblicità con evidenti interessi commerciali”.