Atei pisani contro le campane della chiesa: “Il Comune ne limiti l’uso”
03 Agosto 2010
di redazione
I cittadini atei di Pisa vogliono limitare il suono delle campane in città. "È opportuno – scrivono in una richiesta formale all’amministrazione – che il Comune introduca dei limiti al loro uso nel regolamento comunale". La notizia è stata pubblicata oggi dal quotidiano Il Tirreno.
L’iniziativa della sezione pisana dell’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) non è solo una provocazione a difesa della laicità dello Stato, ma una vera e propria battaglia per limitare eventuali abusi delle parrocchie e difendere coloro che si sentono disturbati da questo genere di rumori. "Anche perché se non si introducessero limiti per tutti – spiega Giovanni Mainetto, presidente del circolo pisano dell’Uaar – allora anche i musulmani che decidessero di costruire una moschea a Pisa avrebbero diritto alla chiamata del muezzin dal minareto durante la notte".
La richiesta è stata inoltrata all’assessore all’ambiente, Federico Eligi, che a sua volta l’ha già girata all’ufficio ambiente per poterla discutere in Consiglio comunale a settembre.
La proposta dell’Uaar prevede che le campane si possano suonare in due fasce orarie nei giorni festivi (9-13 e 16-20), mentre in quelli lavorativi gli orari devono essere allineati a quelli "di analoghe attività permanenti di tipo produttivo". "Già la Cei in passato – replica monsignor Aldo Armani, responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali della Curia pisana – aveva disposto di non abusare del suono delle campane. Indicazione alla quale si sono attenuti anche i parroci pisani, perché quando ci sono buon senso e moderazione, tutto si risolve".
"In un momento difficile come quello attuale – conclude Armani – non dovremmo essere litigiosi, ma uniti. I latini dicevano ‘divide et impera’: ecco, questi contrasti favoriscono i potenti, che non sono certo coloro che suonano le campane".