Attacco turco: 34 morti in Kurdistan
24 Ottobre 2007
di redazione
I turchi hanno dato il via all’offensiva contro i Curdi nell’Iraq del Nord. Sono state effettuate incursioni aeree con i cacciabombardieri F-16 e sono stati sparati colpi di mortaio verso il Kurdistan, secondo la Reuters almeno 34 separatisti del Pkk avrebbero perso la vita.
Gli F-16 sono avanzati nel territorio nord iracheno per almeno tredici miglia, mentre centinaia di soldati sono avanzati via terra, uccidendo una trentina di guerriglieri del Partito del Lavoro del Kurdistan.
“Altre operazioni sono possibili anche se fino ad oggi non se ne sono state”, ha riferito un funzionario dell’esercito turco. Questo genere di incursioni su scala minore potrebbe rappresentare l%27inizio di una guerriglia di proporzioni ben maggiori, visto che l’opposizione e la maggioranza del governo di Ankara stanno in queste ore valutando l’opportunità di attacchi più consistenti.
Intanto Barzani, intervistato da al-Jazeera in merito alle cose che governo curdo può fare per uscire dalla situazione attuale di crisi, fa sapere che le autorità del Kurdistan “non hanno dato inizio alla crisi e quindi non so per quale motivo dovremmo fare qualcosa per evitarla [la crisi]”.
“Tutto quello che abbiamo fatto è stato difenderci e dire ai turchi che non avevamo intenzione di scontrarci con loro”, ha aggiunto Barzani. Al capo del governo di Arbil è poi stato chiesto se avesse una qualche influenza sul Pkk, domanda alla quale è stata data una risposta negativa: “Non siamo responsabili per nessuna della dichiarazioni del Pkk”.
In merito alla questione, un funzionario Usa ha accusato ieri i leader politici del Kurdistan iracheno per non essere stati in grado di fermare le incursioni del Pkk che hanno causato la morte di almeno una quarantina di soldati turchi, intanto Ankara sta ammassando decine di migliaia di uomini e mezzi al confine con l’Iraq settentrionale.
Il consulente del Dipartimento di Stato Usa, David M. Satterfield, ha detto ai giornalisti presenti ieri a Washington D.C. Che il suo governo non è soddisfatto per la “mancanza d’iniziativa”, riferendosi al fatto che i leader Curdi non hanno fatto molto per tentare di bloccare i separatisti del Pkk.
Durante la giornata di ieri, poi, dozzine di camion blindati dell’esercito turco carichi di soldati sono erano stati inviati a raggiungere i loro colleghi (circa 100.000 uomini) che da tempo stazionano ai confini con il Kurdistan iracheno, coadiuvati da Jet da combattimento F-16, elicotteri d’assalto e carro-armati.
Ora l’obbiettivo militare non consiste solamente nei militari del Pkk, infatti l’opposizione ha recentemente chiesto al governo di dichiarare “nemici” i politici del Kurdistan. A tal proposito devono far riflettere le parole di Ertugrul Ozkok, direttore del giornale più venduto in Turchia- l’Hurriyet- che si è rivolto in questo modo al leader dei Curdi in Iraq, Massoud Barzani: “Da questo momento in poi le nostre canne sono rivolte contro Barzani…al quale dobbiamo far sapere che ha due opzioni, o è nostro vicino o nostro nemico”.