Banchieri contrari a ipotesi aumenti capitale avanzata da Berlusconi
22 Ottobre 2008
di redazione
Berlusconi apre la strada all’aumento di capitale delle banche, i banchieri la chiudono. Il premier ieri a Napoli aveva detto che "forse due o tre banche oltre a Unicredit avranno dei vantaggi ad aumentare il proprio capitale, trovando naturalmente i mezzi sul mercato". Ma oggi, intervistati a margine dell’esecutivo Abi in svolgimento a Milano, tutti i principali banchieri italiani si dicono contrari.
"Noi pensiamo di avere una struttura patrimoniale adeguata e il piano d’impresa che stiamo realizzando la rafforzerà ulteriormente", ha spiegato Corrado Passera, ad di Intesa Sanpaolo. Lo stesso concetto è stato espresso da Pietro Modiano, direttore generale e responsabile della banca dei territori di Intesa Sanpaolo. "Siamo solidi, chi lo dubita". Anche Roberto Mazzotta, presidente di Bpm, si dice contaario all’ipotesi dell’aumento di capitale. "I nostri ratios sono a postissimo. Non hanno bisogno di niente", ha affermato. Alla domanda se l’istituto abbia bisogno di un aumento di capitale, Mazzotta lo ha escluso: "Per l’amor di Dio", ha detto.
Neppure Emilio Zanetti, presidente di Ubi Banca, si sente nella necessità di procedere a una ricapitalizzazione. "Io credo che siamo uno degli istituti più capitalizzati. I nostri ratios sono assolutamente a posto, quindi non abbiamo bisogno di una ricapitalizzazione", negando anche l’ipotesi di una fusione con Banco Popolare. "Sono ipotesi fantasiose, destituite da ogni fondamento" ha sottolineato Zanetti. Posizione rafforzata anche dall’ad di Banco Popolare, Fabio Innocenzi che, sull’aumento di capitale e su una fusione con Ubi dice che "non ci sono novità. Abbiamo già ampiamente commentato su tutti questi temi nei mesi passati". Tranquillissimo si dice pure Luigi Abete, presidente di Bnl. "Non è successo nulla, la notte dormo tranquillo. Anzi, a maggior ragione adesso".
fonte: APCOM