Bandito Giuliano. In atto riesumazione per stabilire identità corpo
28 Ottobre 2010
di redazione
Si sono chiuse le porte d’ ingresso del cimitero di Montelepre e con l’arrivo dei Pm di Palermo Francesco Del Bene, Paolo Guido, Lia Sava e del medico legale Livio Milone, sono cominciate le operazioni di riesumazione della salma del bandito Giuliano.
Il dna prelevato dai resti, sepolti nella cappella di famiglia, verrà confrontato col Dna dei familiari ancora in vita di Giuliano per stabilire se quello sepolto è proprio il bandito. La riesumazione è stata disposta nell’ambito della nuova indagine sulla morte di Giuliano aperta dalla Procura di Palermo.
"Da familiare mi auguro che quello sepolto nel cimitero di Montelepre non sia mia zio Salvatore Giuliano. Spero che lui sia fuggito e sia riuscito a rifarsi una vita". Molto commosso, Giuseppe Sciortino, nipote del bandito Giuliano prima dell’inizio delle operazioni. "Non so con quale dei familiari ancora in vita – ha aggiunto – sarà effettuato il confronto con il dna ricavato dai resti. A me ancora non è stato chiesto nulla".
Di diverso avviso il sindaco. "Mi auguro che nella bara ci sia veramente Giuliano. Lo spero per evitare illazioni che screditano quello che ha fatto lo Stato". Così il sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, ha commentato la riesumazione del cadavere. Sulla morte del ‘Re di Montelepre’ la Dda ha aperto un’ indagine per omicidio e sostituzione di cadavere, nel sospetto che nella cappella di famiglia nel cimitero del paesino, oltre sessant’anni fa, sia stato sepolto un sosia del bandito Giuliano, fuggito all’estero. "Ringrazio comunque i magistrati che hanno avuto coraggio – aggiunge – e che vogliono riscrivere la storia. Qualunque sia, però, ricordiamoci sempre che qui è stato sconfitto il banditismo". Il sindaco ha polemicamente fatto notare che Montelepre "sconta" il fatto di essere il paese originario di Giuliano. «I turisti – conclude – vengono qui per lui e non per i nostri tesori artistici».