Barbara Berlusconi dimentica di dire: “grazie papà”

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Barbara Berlusconi dimentica di dire: “grazie papà”

05 Agosto 2009

Bella l’intervista a Barbara Berlusconi su Vanity Fair. Perfetta, elegante, fin dalla copertina. Con quelle foto leggermente virate seppia, lei vestita di raso, i bimbi angelici, e quegli scorci di casa, col pianoforte, un cavallo a dondolo d’epoca, un Canaletto (si direbbe) sullo sfondo. Tutto in perfetto stile famiglia reale.

Ma l’intervista ha fatto clamore ben prima di essere apparsa nella sua interezza sulle pagine del settimanale più glamour del momento. Già ieri mattina impazzava su Facebook tra gli hurrà, gli evviva, e i compiacimenti dei tanti che l’avevano pubblicata sulla loro bacheca come meritato schiaffo a Berlusconi. Eppoi ovunque su tutti i giornali on-line e ovviamente su Repubblica che gioiva dell’occasione per poter rimettere in bell’evidenza le sue dieci domande.

Nulla da meravigliarsi: Barbara Berlusconi dice schiettamente quello che pensa, parla dell’impossibilità di separare la vita pubblica e quella privata dei politici, si augura che il padre sia equo nella ripartizione ereditaria, parla di Noemi, del divorzio, della madre Veronica. Dimostra pieno controllo delle sue capacità comunicative, misura le parole, crea empatia con i suoi lettori. Non è colpa sua se l’intervista è subito diventata il nuovo manifesto dell’antiberlusconismo militante.

Però, però….qualcosa nell’intervista manca e si sente. Barabara si dilunga sul suo lavoro, forse nell’intento di apparire una persona normale: "Io lavoro già, dal 2003 sono nel consiglio di Amministrazione di Fininvest, ho interessi immobiliari e finanziari e di recente mi sono impegnata nel progetto della Galleria Cardi Black Box a Milano e ora apriremo anche a Londra e a New York". Benissimo, un attivismo davvero lodevole per una mamma così giovane. Poi Barbara confessa  di sentirsi portata per l’editoria e guarda caso pensa di poter lavorare in Mondadori. Che male c’è, è una delle aziende di famiglia. Quanto alle vacanze, Barbara Berlusconi dimostra di non essere per nulla scossa dalle polemiche e dagli scoop fotografici su Villa Certosa: "Per me le vacanze in Sardegna – interrotte da vacanze di studio e da viaggi all’estero – sono sempre state una consuetudine. Tornereno a Villa Certosa anche quest’anno con alcune coppie di amici e i loro figli, sarà un’estate serena".

Ecco cosa manca: manca un cenno, magari solo un rigo, in cui Barbara riconosca l’incredibile privilegio, l’incommensurabile fortuna di essere nata Berlusconi. Fare le vacanze a Villa Certosa, aspettare un lavoro ai piani alti della Mondadori, avere interessi finanziari e immobiliari, aprire gallerie d’arte in giro per il mondo, non è cosa comune per una venticinquenne italiana. Nell’intervista, puntuale, misurata, accorta, manca il timbro della gratitudine, manca quel pizzico di umiltà che mette in grado di riconoscere la propria buona fortuna. Bastava poco, al limite bastava un "grazie papà".