Barriere architettoniche, disabile costretta a rinunciare al lavoro

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Barriere architettoniche, disabile costretta a rinunciare al lavoro

06 Marzo 2009

Disabile costretta a rinunciare al suo primo lavoro per colpa delle barriere architettoniche. E’ capitato ad Anna Grazia Turco, 35 anni che vive con i genitori in un comune del Salento.

La donna ha dovuto attendere tre anni – sono i tempi imposti dalla graduatoria della Provincia di Lecce – prima di essere contattata per il primo incarico lavorativo: una supplenza di tre mesi come assistente della comunicazione a un ragazzo audioleso. Ma non appena ha contattato il dirigente scolastico comunicando la sua disabilità, ha scoperto che la classe dove avrebbe dovuto svolgere il sostegno si trovava al terzo piano dell’edificio e che c’erano ovunque barriere architettoniche.

“Il dirigente scolastico appena saputo del mio handicap – ha raccontato Anna Grazia – mi ha subito detto che sarebbe stato un problema, perchè la classe si trova al terzo piano dello stabile che è pieno di barriere architettoniche e che per un solo ragazzo non era il caso che si spostasse al piano terra un’intera classe”.

E’ stato per questo che la donna ha rinunciato all’incarico. In un fax indirizzato alla direzione scolastica ha specificato di essere costretta a farlo “a causa delle barriere architettoniche presenti nell’istituto”.  Ora Anna Grazia Turco chiede “solo di i essere messa alla prova, di avere un’altra possibilità, purchè oltre al lavoro mi sia garantito la possibilità di poterlo svolgere.