Bce: oggi festeggia 10 anni nel mezzo di lotta a caro vita

L’istituzione di Francoforte ha nei mesi passati ricevuto ripetuti attestati positivi per la sua tempestività di risposta – mediante ingenti iniezioni di liquidità supplementari – alla crisi finanziaria innescata dai mutui subprime. Più controverse sono state le valutazioni sulla linea della fermezza anti inflazionistica che hanno visto la Bce tenere il costo del danaro inchiodato al 4%.

Altre Banche centrali, in particolare la Fed negli Stati Uniti, hanno scelto di tagliare i tassi per fornire qualche stimolo supplementare alla crescita economica, in una fase in cui subisce le ricadute della crisi finanziaria. Ma con un petrolio a livelli mai registrati prima, il barile ha sfondato la soglia dei 135 dollari, a cui si sono aggiunte le impennate degli alimentari, la Bce si è concentrata su quello che prevede il suo mandato istituzionale: assicurare la stabilità dei prezzi.

Proprio su questo punto, nell’editoriale di un numero speciale del bollettino mensile, pubblicata nell’imminenza dell’anniversario, il presidente Jean-Claude Trichet ha rivendicato come la Bce abbia assolto al suo compito: negli ultimi 10 anni, nonostante gli shock esterni, l’inflazione media dell’area è stata del 2,1%. E a quasi dieci anni di vita l’euro è "valoroso simbolo" di un continente che nel frattempo vedeva crescere la sua statura.

La Bce è stata ufficialmente fondata il primo giugno del 1998, l’euro è stato lanciato il primo gennaio del 1999. Il controllo del caro vita di questi anni è stato "un risultato notevole – ha detto Trichet – tenuto conto di tutti gli shock che hanno caratterizzato questo periodo. Nei decenni prima del lancio dell’euro (il primo gennaio del 1999) i tassi di inflazione media dei vari paesi membri erano significativamente superiori a quello che si è registrato nell’area negli ultimi dieci anni".

Un concetto, quello del paragone con ‘il prima’, che oggi è stato toccato anche dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che siede nel consiglio direttivo della Bce. "E’ ancora viva in noi – ha detto – la memoria delle periodiche crisi di cambio che colpivano la lira a ogni stormire di fronda dei mercati". Per Draghi è ancora presto per dire se la crisi finanziaria è finita, ed è presto per valutare il suo impatto effettivo sull’economia reale; l’unica "cosa certa" per i paesi di Eurolandia è che "l’unione monetaria ha protetto i suoi membri dalla turbolenza mondiale".

La situazione attuale resta però impegnativa per i banchieri centrali di Eurolandia. A maggio l’inflazione ha riaccelerato il passo, riportandosi al 3,6% su base annua dal 3,3% cui era rallentata ad aprile, in base ai dati preliminari di Eurostat. Un valore "preoccupante", secondo Lorenzo Bini-Smaghi, l’economista italiano che siede nel Comitato esecutivo della Bce, il cuore decisionale della politica monetaria. Ma non è un caro vita "galoppante", ha aggiunto, e si continua a prevedere che nei mesi a venire mostri una progressiva attenuazione.

In ogni caso il mandato della Bce "è molto chiaro e credo sia in linea con quello che vogliono i cittadini", ha aggiunto Bini-Smaghi. "La stabilità dei prezzi è essenziale – aveva a sua volta sottolineato Trichet -. Non solo perchè protegge il valore reale dei redditi di tutti, e in particolare dei più vulnerabili e dei meno abbienti, ma anche perché assicurare la stabilità dei prezzi, e l’essere credibili nel farlo, è una dei presupposti per una crescita sostenibile dell’economia e dell’occupazione".