Berlusconi ad Andreotti: “Fossero tutti come lei…”

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Berlusconi ad Andreotti: “Fossero tutti come lei…”

03 Agosto 2007

“I senatori a vita? Fossero tutti come lei…” Il complimento, all’indirizzo di Giulio Andreotti arriva direttamente da Silvio Berlusconi. E l’occasione è l’intervista del senatore, inviato speciale di “Dipiu”, in edicola domani.

La location? Palazzo Grazioli. Insomma, chiede l’88enne ex presidente del Consiglio, perché ce l’ha tanto contro i senatori a vita? ”Non ho nulla contro i senatori a vita – risponde il Cavaliere – E non ho mai detto di avere alcunché contro di loro. Ho per tutti grande rispetto istituzionale, e per alcuni anche una profonda stima personale”.

Ma il problema, aggiunge Berlusconi, ”è la funzione che hanno assunto. Quando i costituenti istituirono questa figura, vollero assicurare alla Camera Alta un contributo di saggezza, cultura e esperienza di figure particolarmente autorevoli. Non intesero mai farne uno strumento attraverso il quale ribaltare lo scenario delle maggioranze parlamentari”.

Oggi invece, osserva il leader di Fi, ”se non fosse per i senatori a vita il governo Prodi sarebbe caduto da un pezzo”. Ma ci sono senatori a vita e senatori a vita. ”Vi sono alcuni senatori a vita, come Lei, presidente Andreotti – dice Berlusconi – che interpretano correttamente il loro ruolo, votando o non votando secondo coscienza in base al merito dei singoli provvedimenti. Altri, purtroppo, si comportano come parte organica di una maggioranza che senza di loro non sarebbe tale e che per di più è minoranza nella volontà degli elettori che per il Senato hanno dato alla Cdl 200mila voti in più rispetto alla sinistra”.

Un comportamento che, secondo il presidente di Fi, ”non è coerente con i principi della sovranità popolare sanciti dalla Costituzione, e mi sembra, per la verità, anche riduttivo del prestigio degli stessi senatori a vita. Un ex presidente della Repubblica autorevole e amato come Carlo Azeglio Ciampi, una scienziata di prestigio mondiale come Rita Levi Montalcini dovrebbero essere espressione e patrimonio di tutto il Paese, non di una parte politica”.

Nell’occasione, Berlusconi vuole anche ”smontare un altro dei tanti equivoci propagandistici alimentati dalla sinistra: non è vero che il mio primo governo, nel 1994, ebbe la fiducia grazie ai senatori a vita. Solo tre su otto votarono a favore, gli altri votarono contro o si astennero. Quindi i senatori a vita, allora, non modificarono la maggioranza degli eletti”.