Berlusconi: “Riprendiamo da dove lasciammo”

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Berlusconi: “Riprendiamo da dove lasciammo”

09 Maggio 2008

Berlusconi torna a Palazzo Chigi, settecentoquattro
giorni dopo.

Il giuramento al Quirinale da parte del leader del
Pdl chiude quella che in molti nella sua maggioranza derubricano
con studiata ironia a ‘una pausa di riflessione del Paese’. ‘E’
stata solo una pausa, una parentesi. Ora ricominciamo a lavorare
da dove siamo stati interrotti’, avrebbe detto lo stesso premier
ai suo stretti collaboratori ai quali, inoltre, aveva già
spiegato nelle settimane passate, che seppure la sua coalizione
si presenti con meno deputati e meno senatori rispetto alla
dodicesima legislatura, ha ‘il valore aggiunto’ dell’eliminazione
dell’Udc ‘che tante, troppe volte ci ha frenato’.

Lamenta sì, e non ne ha fatto alcun mistero in campagna
elettorale, i ‘danni cui dovremo far fronte’ causati ‘da
un’irresponsabile maggioranza’ e da un ‘governo presta-faccia’.
Rispolvera la necessità di una ‘due diligence’ che gli permetta
di capire quanti soldi ci sono realmente in cassa per far fronte
alle promesse elettorali. Ma, soprattutto, assicura tutti che la
sua quarta guida dell’Esecutivo sarà ‘di cinque anni’ e
decisamente ‘più propositiva e decisionista’. Se non è il governo
del presidente, poco ci manca. Ma è proprio su questo, su una
riforma costituzionale superata dalla prassi e dai numeri
parlamentari, che si fonda la sicurezza e la forza che Berlusconi
sbandiera in tutti i suoi colloqui.

Nonostante il quasi dimezzamento nello scarto con l’opposizione
rispetto al 2001, il Cavaliere può infatti contare su uomini di
fiducia in tutti i posti chiave. Nel governo e nelle istituzioni.
Per non lasciare il quadro incompleto Berlusconi si premura di
informare il consiglio dei ministri anche della ‘grande sintonia’
che ha ravvisato nei rapporti col presidente della Repubblica
che, come lui, ‘ravvisa la necessità di dare al paese le risposte
che attende’. Sicurezza, risanamento dei conti, sviluppo
economico, rifiuti… Le emergenze non hanno colore politico ‘e
vanno affrontate’.

La ‘serietà del compito’, richiamata dallo stesso Berlusconi in
Cdm, fanno sì che il neo-premier non conceda nemmeno un sorriso a
fotografi e telecamere nel corso della tradizionale consegna
della campanella d’argento. Rito breve e freddo, lontanissimo da
quello che, a parti invertite, videro Berlusconi scherzare con
Prodi nel 2006 con un quasi ‘tira e molla’ della campanella tra
Cav. e Prof. Ma la veste istituzionale cede un poco alle spinte
di Berlusconi che, subito dopo, si affaccia dalla finestra per
salutare un nutrito gruppo di sostenitori riunitosi a Piazza
Colonna.

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