Bersani: “Chi afferma che non farei nulla senza sindacati dice balle”
06 Luglio 2009
di redazione
Il neocandidato alla segreteria del Pd rispedisce al mittente le accuse di troppa vicinanza ai sindacati. "Balle!": così Bersani risponde a chi lo accusa di dipendere dal sostegno del sindacato rosso, la Cgil.
Intervistato dal quotidiano La Stampa, l’ex ministro allo Sviluppo Economico del Governo Prodi sottolinea che "l’idea di società tocca alla politica, poi si parla con tutti, ovviamente anche con i sindacati. Il problema del governo Berlusconi – prosegue – è proprio questo: non ha una sua idea di società e ha paura di turbare meccanismi di consenso. Anche quelli dei sindacati stessi".
Bersani sostiene la primaria necessità di un’unificazione delle forme contrattuali. "In Italia si è introdotta la flessibilità troppo in fretta. In due anni siamo arrivati a quote di lavoro flessibile che in altri Paesi si sono raggiunte in dieci".
Quindi la critica alla politica economica portata avanti dall’Esecutivo. "Il governo non ha capito che, se non fa qualcosa di serio per ridare fiato all’economia, le entrate e i conti andranno a picco. Siamo gli unici al mondo che nel 2010 abbasseranno la spesa per investimenti pubblici. E’ una politica economica ‘strana’, senza capo né coda. E nel frattempo arriveranno lo scudo fiscale e un bel condono tributario. Per migliorare le cose, al Governo basterebbe avere un terzo del coraggio che avemmo nel 1996 imponendo l’eurotassa".
Bersani attacca poi il governo anche in merito alla lotta alla povertà e al clima. "Sono temi su cui l’arretramento rispetto a Prodi è clamoroso. Aspetto con ansia l’enciclica del Papa che ha sollecitato decisioni per l’Africa". "Mi aspetterei – conclude – che il vertice dell’Aquila producesse qualche risultato almeno su questo e sul clima".