Birmania. Rinviato ad agosto il verdetto sul premio Nobel Suu Kyi
31 Luglio 2009
di redazione
Atteso per oggi, è stato rimandato al prossimo 11 o 12 agosto il verdetto per il processo contro la leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi, accusata di aver violato gli arresti domiciliari. Lo rende noto un responsabile birmano.
La motivazione data dai giudici è che "devono riesaminare il fascicolo", afferma un diplomatico che ha assistito alla breve udienza di oggi nel tribunale della prigione d’Insein, a nord di Rangoon. Per tutta la mattina la sicurezza era stata rinforzata attorno al penitenziario dove Suu Kyi è rinchiusa dal 14 maggio scorso. Il premio Nobel per la Pace 1991 rischia fino a cinque anni di carcere per aver ospitato in casa un americano di 53 anni, John Yettaw, che in circostanze misteriose era riuscito a raggiungerla durante i sui arresti domiciliari a Rangoon.
La decisione della giunta militare di rinviare ad agosto il processo alla leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi "è un modo per distogliere l’attenzione, ma è una scelta ingenua. La gente se ne accorgerà". È quanto ha detto a Cnr Media, l’avvocato Jared Genser, tra i legali del Premio Nobel per la pace birmana e presidente dell’associazione Freedom Now."Per quello che posso immaginare, il verdetto è slittato perchè la pressione internazionale stava crescendo – ha detto l’avvocato – Ci sono state delle proteste in strada; negli ultimi giorni dozzine di attivisti sono stati arrestati e stava anche aumentando l’attenzione della comunità internazionale sul caso". Secondo il legale, la giunta probabilmente conta sul fatto che agosto è generalmente un mese di ferie per molti governi e diversi diplomatici dell’Onu e quindi spera in un calo di attenzione. Per quanto riguarda la salute di San Suu Kyi, l’avvocato ha parlato con i legali birmani della leader: "San Suu Kyi è di buon umore. Come dice spesso spera per il meglio, ma si aspetta il peggio. Ha chiesto alcuni libri".