Bisogna rispondere con fermezza alle aggressioni di Putin

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Bisogna rispondere con fermezza alle aggressioni di Putin

31 Agosto 2014

Ieri sera la BBC non ha aperto con la riconquista di Amerli strappata agli islamisti nel Nord dell’Iraq. Neppure con la cancelliera Merkel che chiede spiegazioni sull’austerità al presidente della BCE Draghi. Non sulle persecuzioni di cristiani in Pakistan ne’ su Occupy Singapore. No, il titolo di apertura lo ha conquistato ancora una volta la crisi Ucraina.

In video scorrono le immagini di un’intervista a Putin ripreso simbolicamente dalle telecamere nel bel mezzo di una sperduta campagna che evoca la frontiera contesa con Kiev. E’ il solito zar Vlad che mentre stringe la mano a Poroshenko avrebbe inviato secondo la NATO 4.000 uomini nel "nuovo stato dell’Est", come lo ha chiamato prima della smentita diffusa dal portavoce del Cremlino. Il Putin che annuncia come se niente fosse un rafforzamento del potenziale nucleare russo, preso molto sul serio da osservatori non scontati come Anne Applebaum.

Sarà insomma un compito molto impegnativo e difficile quello che aspetta l’altro rappresentante Mogherini che nelle ultime ore ha chiesto a Putin di stare ai patti e interrompere l’escalation. Proseguiamo su questa linea della fermezza cercando una soluzione politica e diplomatica ma senza visite di cortesia a Mosca, come chiede qualcuno che in Italia sembra ansioso di dare nuove pacche sulle spalle agli amici che non si sono rivelati tali.

Pensiamo a ciò che ha detto in un’altra intervista il senatore americano McCain: mentre abbiamo armato i curdi contro lo Stato islamico non stiamo muovendo un dito per mettere gli ucraini nelle condizioni di difendersi da forze militari un attimo più strutturate della teppa jihadista.