Bosnia. Esumati resti di altri 114 corpi in fossa comune a Srebrenica
09 Dicembre 2009
di redazione
Gli esperti forensi dell’Istituto per gli scomparsi hanno estratto, dal 17 novembre ad oggi, da una fossa comune a Zalazje, presso Srebrenica, in Bosnia, i resti di 114 vittime della strage di Srebrenica, uccise nel luglio del 1995, quando le truppe serbe massacrarono oltre 8.000 musulmani della città, che era zona protetta dell’Onu.
Secondo quanto ha precisato il rappresentante dell’Istituto, Sadik Selimovic, sono stati esumati 12 scheletri completi e 102 con parti mancanti: si tratta di una cosiddetta "seconda" fossa dove le vittime sono state trasferite da quella di prima sepoltura, a Glogova, presso Bratunac, alla fine della guerra (1992-95), nel tentativo di occultare le prove del massacro. Questa è la località n.80 della zona di Srebrenica dove sono state trovate le vittime di quello che la giustizia internazionale ha definito genocidio e sono migliaia i resti esumati delle oltre 8.000 vittime musulmane, uccise in pochi giorni dai soldati serbi a Srebrenica nel luglio del 1995.
Finora, con il test del Dna sono state identificate 3.749 persone, oggi sepolte nel cimitero di Potocari, alla periferia di Srebrenica, mentre circa 4.000 corpi esumati attendono ancora l’identificazione o il completamento degli scheletri le cui parti sono ancora sparse in diverse fosse comuni non ancora aperte nella Bosnia orientale.