Caritas contesta dati Istat: poveri sono più di 8 milioni e non meno
13 Ottobre 2010
di redazione
I poveri in Italia sono 8.370.000 e non 7.810.000 come dicono i dati ufficiali dell’Istat, ossia circa 560mila persone in più (+ 3,7%). Lo stima il decimo rapporto sulla povertà ed esclusione sociale della Caritas Italiana e della Fondazione Zancan, presentato oggi a Roma.
"Non è vero – afferma il rapporto – che siamo meno poveri come farebbero pensare i dati ufficiali sulla povertà, del luglio 2010", che parlano di povertà stabile. Un’affermazione che si basa su calcoli che danno "un’illusione ottica". Alle stime sui poveri, va aggiunto un 10%, quindi circa 800 mila italiani, di ‘impoveritì. Persone che pur non essendo povere hanno però cambiato il proprio tenore di vita e vivono in "forte fragilità economica".
Questo il ragionamento del rapporto Caritas-Zancan. "Secondo l’Istat lo scorso anno l’incidenza della povertà relativa è stata pari al 10,8% (era 11,3% nel 2008), mentre quella della povertà assoluta risulta del 4,7%. Secondo l’Istat si tratta di dati ‘stabili’ rispetto al 2008. In realtà di tratta di un’illusione ‘ottica’: succede che, visto che tutti stanno peggio, la linea della povertà relativa si è abbassata, passando da 999,67 euro del 2008 a 983,01 euro del 2009 per un nucleo di due persone. Se però aggiornassimo la linea di povertà del 2008 sulla base della variazione dei prezzi tra il 2008 e il 2009, il valore di riferimento non calerebbe, ma al contrario salirebbe a 1.007,67 euro. Con questa posizione di ricalcolo, alzando la linea di povertà relativa di soli 25 euro mensili, circa 223 mila famiglie diventano povere relative: sono circa 560 mila persone da sommare a quelle già considerate dall’Istat (cioè 7.810.000 poveri) con un risultato ben più amaro rispetto ai dati ufficiali: sarebbero 8.370.000 i poveri nel 2009 (+3,7%)".
La povertà si conferma un fenomeno del Sud, delle famiglie numerose o monogenitoriali, di chi ha bassi livelli di istruzione. Inoltre – continua il rapporto – "sempre più famiglie, in cui o più membri lavorano, sono povere". Infatti, "accanto ai dati ufficiali ci sono le persone ‘impoveritè che pur non essendo povere, vivono in una situazione di forte fragilità economica. Sono persone che, soprattutto in questo periodo di crisi, hanno dovuto modificare, in modo anche sostanziale, il proprio tenore di vita, privandosi di beni e servizi, precedentemente ritenuti necessari". Ecco alcuni dati che confermano questa situazione: nel 2009 il credito al consumo è sceso dell’11%, i prestiti personali del 13% e la cessione del quinto a settembre 2009 ha raggiunto il +8%. Il rapporto calcola un 10% in più di poveri da sommare agli oltre 8 milioni stimati.