Caso Battisti. Berlusconi si dice fiducioso nelle autorità brasiliane
13 Aprile 2010
di redazione
Totale appoggio e fiducia nei confronti delle autorità brasiliane per l’espletamento delle procedure di estradizione e rispetto nei confronti del lavoro dei giudici brasiliani. È quanto ha espresso, secondo quanto si apprende, il premier Silvio Berlusconi che ieri a Washington ha sollevato – nel bilaterale con il presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva – la questione dell’estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti.
Secondo quanto si è appreso, durante il colloquio il presidente brasiliano avrebbe risposto a Berlusconi "attendiamo le motivazioni della Corte Suprema". Nei mesi scorsi il Supremo Tribunal Federale brasiliano aveva espresso il proprio favore circa l’estradizione di Battisti, che attualmente gode dell’asilo politico in Brasile. A Lula spetta, comunque, l’ultima parola sulla vicenda.
Ma i due leader hanno anche firmato un accordo di partenariato strategico che – sottolineano fonti di governo – aprirà la strada a una serie di intese economiche. Il premier è arrivato ieri nella capitale americana per partecipare all’ambizioso mega-summit sulla sicurezza nucleare convocato dal presidente Usa Barack Obama per mettere "sotto chiave" tutto il materiale nucleare che altrimenti potrebbe finire nelle pericolose mani di gruppi terroristi o Stati "canaglia", come l’Iran e la Corea del Nord. Ma prima di recarsi al blindatissimo Convention Center, sede del vertice, il Cavaliere ha incontrato in bilaterale Lula all’ambasciata brasiliana, a due passi da quella italiana.
Berlusconi sarebbe dovuto andare a Brasilia all’inizio di marzo, una visita poi slittata per ragioni di agenda. Oltre che di cooperazione economica, Berlusconi e Lula hanno discusso di Cesare Battisti. L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) – che al momento gode ancora dell’asilo politico in Brasile dopo una controversa decisione dell’ex ministro della Giustizia carioca – è stato condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi avvenuti negli anni ’70, e il governo di Roma chiede da tempo l’estradizione.
Un mese fa, il tribunale di Rio ha condannato Battisti a due anni di pena – da scontare in semilibertà – per uso di passaporto falso al momento del suo ingresso nel Paese sudamericano. La soluzione del rebus dell’estradizione – al centro di una lunga querelle tra i due Paesi che, in più di un’occasione, ha rischiato di tradursi in un vero e proprio scontro diplomatico tra Roma e Brasilia – resta però nelle mani del presidente Lula. L’Italia vuole che Battisti rientri e sconti la condanna all’ergastolo, mentre il Brasile tergiversa da mesi, con l’ultima parola – dopo un lunghissimo iter della vicenda alla Suprema Corte, alla fine favorevole all’estradizione – che ora spetta proprio a Lula. Nelle settimane scorse, fonti del Partito dei Lavoratori (Pt) di Lula hanno fatto trapelare l’intenzione del presidente brasiliano di confermare l’asilo politico concesso a Battisti dal suo ex ministro della Giustizia. Ma nulla è ancora deciso, e il colloquio tra Lula e Berlusconi potrebbe essere decisivo.
Al di là della bilaterale, comunque, il Cavaliere ha partecipato alla cena di apertura del vertice, mentre oggi mattina interverrà alla sessione plenaria del summit, dove ribadirà che l’Italia sposa la "linea Obama" sulla denuclearizzazione militare e sogna "un mondo senza più l’incubo delle armi nucleari". Al centro degli incubi della comunità internazionale resta invece il dossier nucleare iraniano e il pressing di Obama di queste ore sui partner internazionali – a cominciare dalla recalcitrante Cina – è incentrato proprio sull’adozione di ulteriori sanzioni nei confronti di Teheran : anche su questo, le posizioni del governo italiano sono perfettamente allineate con quelle dell’alleato americano.