Caso Battisti. Napolitano: “Non siamo riusciti a farci capire”
08 Gennaio 2011
di redazione
Sul terrorismo in Italia e sui rischi che rappresentò per il nostro Paese, «non siamo riusciti a farci capire», nemmeno da «paesi amici», forse perché «è mancato qualcosa nella nostra cultura e nella politica in grado di trasmettere alle nuove generazioni cosa accadde davvero in quegli anni tormentosi». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna così oggi da Ravenna sul caso Battisti.
Un rammarico che aveva già espresso quando, nel 2009, all’ex terrorista rosso fu riconosciuto lo status di rifugiato politico dal governo dell’ex presidente Lula, e ribadito nei giorni scorsi quando lo stesso Lula, nell’ultimo giorno del suo mandato, ha negato l’estradizione di Battisti in Italia. Ma questa volta il capo dello Stato si sofferma e si interroga più sulle responsabilità italiane – quella appunto di non aver saputo «farsi capire» – che sull’incapacità del Brasile di comprendere le legittime rivendicazioni dell’Italia e il desiderio di giustizia delle vittime dei quattro omicidi per i quali l’ex militante dei Proletari armati del comunismo è stato condannato all’ergastolo. Eppure, lo stesso Napolitano aveva cercato di spiegarlo personalmente in una lettera inviata nel 2009 all’ «amico» Lula: «Riaffermo con forza che anche negli anni più cruenti del terrorismo, la legislazione italiana ha sempre pienamente rispettato le garanzie dei diritti dei singoli individui», scrisse allora, sottolineando come «la ricostruzione degli anni del terrorismo in Italia come emerge nel testo della decisione del Ministro della Giustizia (Tarso Genro, ndr) appare inaccettabile».
L’attenzione è ora di nuovo puntata sul Supremo Tribunal Federal (Stf) che in febbraio dovrà pronunciarsi sul no all’estradizione di Battisti, con il rischio – scrive oggi la stampa brasiliana – che si arrivi a un ‘pareggiò tra i dieci giudici in carica. Nel frattempo, ha ribadito il ministro degli Esteri, Franco Frattini, la ratifica dell’accordo militare tra Italia e Brasile, calendarizzata in Parlamento, resta «sospesa, non cancellata» perchè «il clima non è propizio». Se poi a febbraio l’Stf ribalterà la decisione di Lula, «in quel caso – ha affermato Frattini – saremo pi— che lieti di ratificare l’accordo».
Intanto in Brasile l’ex ministro Tarso Genro – oggi governatore dello Stato del Rio Grande – torna a difendere Battisti e la propria decisione di concedergli l’asilo politico, accusando l’Stf di aver agito «in modo illegale e dittatoriale» nel rifiutare di rilasciare l’ex terrorista dopo il pronunciamento di Lula.