Caso Marcelletti. L’autopsia rivela: “Assunta dose letale di un farmaco”
09 Maggio 2009
di redazione
Il professor Carlo Marcelletti è morto per una insufficienza cardiocircolatoria acuta. È questo l’esito dell’autopsia fatta stamane dal perito Antonio Grande de ‘La Sapienza’. Gli accertamenti comunque continuano con gli esami tossicologici per avere poi un quadro completo delle circostanze in cui è deceduto il professor Marcelletti.
Dagli accertamenti disposti dalla procura di Roma per chiarire la morte del cardiochirurgo , morto mercoledì scorso nell’ospedale San Carlo di Nancy, Marcelletti avrebbe assunto una dose letale di un farmaco che serve a stabilizzare il ritmo cardiaco, la cosiddetta ‘digitale’. L’assunzione della digitale, secondo quanto si è appreso, emergerebbe dai dati contenuti nella cartella clinica sequestrata dal Pm Elisabetta Ceniccola.
La presenza della sostanza nell’organismo di Marcelletti sarà accertata tra una decina di giorni all’esito degli esami tossicologici e chimici disposti in sede di autopsia effettuata oggi dal dottor Antonio Grande il patologo clinico nominato dalla Procura. Dall’autopsia, eseguita nell’Istituto di Medicina Legale dell’Università La Sapienza, sarebbe emerso che Marcelletti è deceduto per una insufficienza cardiorespiratoria determinata probabilmente proprio dall’assunzione del farmaco. La digitale, assunta in dosi ottimali, è una terapia per la fibrillazione cardiaca. Ma presa in dosi massicce determina proprio crisi di fibrillazione, crisi che avrebbero potuto determinare il decesso del cardiochirurgo.
Si dovrà quindi accertare se Marcelletti, profondo conoscitore del farmaco e delle terapie cardiache, abbia assunto consapevolmente una dose massiccia, oppure in preda a una crisi di fibrillazione l’abbia ingerita come terapia.
La salma sarà ora restituita alla famiglia che provvederà poi ai funerali. A disporre le indagini come è noto è stato il pubblico ministero Elisabetta Ceniccola.