Caso Marrazzo. L’ex Governatore ammette l’uso di cocaina: “Nessun ricatto”
02 Novembre 2009
di redazione
Tre ore di interrogatorio durante il quale Piero Marrazzo ha ammesso diverse circostanze della sua vicenda parlando anche di aver fatto uso in alcuni momenti di cocaina e talvolta le somme pagate ai trans per la prestazione comprendevano anche quelle per la droga.
Accompagnato dal suo avvocato Luca Petrucci e dalla moglie Roberta Serdoz, Marrazzo è stato ascoltato come persona informata sui fatti negli uffici della Procura in piazza Adriana dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli ai quali è affidata l’inchiesta.
Concluso l’interrogatorio di Marrazzo i giudici si sono trasferiti nuovamente a Palazzo di Giustizia dove ora è in corso l’interrogatorio di un altro trans, Brenda il cui nome è comparso nelle cronache di questa vicenda. Durante l’interrogatorio come si è detto Piero Marrazzo, secondo quanto si è appreso, ha chiarito alcune circostanze dando precisazioni, in particolare, sui pagamenti, sugli incontri e sul numero delle frequentazioni che ha avuto con i trans.
Parlando con i giudici ha sempre negato di aver subito ricatti. Quella successa in via Gradoli la considera, infatti, una rapina di ciò che c’era nel suo portafogli. Inoltre Marrazzo ha precisato che il giorno dell’irruzione dei carabinieri nell’appartamento di via Gradoli non si sarebbe accorto che qualcuno stava girando un video aggiungendo di non avere visto in quell’occasione Gianguarino Cafasso, il pusher morto nel settembre scorso. Cafasso tentò di piazzare il video anche contattando Max Scarfone il fotografo del caso Sircana. Secondo quanto si è appreso la posizione di Marrazzo non è cambiata e nel procedimento appare sempre come parte lesa.
L’indagine istruttoria proseguirà domani con l’interrogatorio di tre dei quattro carabinieri coinvolti nella vicenda e detenuti a Regina Coeli. In particolare saranno ascoltati Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Nicola Testini. Non è previsto invece l’interrogatorio di Antonio Tamburrino, il quarto carabiniere al quale è stata contestata l’accusa di ricettazione e omessa denuncia. Sempre in giornata dovrebbe essere ascoltato un quinto carabiniere il nome del quale esce dall’esame delle carte e dei verbali raccolti dagli investigatori. Si tratta di Donato D’Autilia che ha 43 anni ed è stato coinvolto in un’inchiesta sulla pedofilia. Si sospetta che egli abbia potuto avere un ruolo per quanto riguarda il commercio del video che ritrae Marrazzo nella casa di via Gradoli dove il filmato fu girato.
Nell’attuale fase dell’inchiesta gli investigatori hanno smentito ancora una volta l’esistenza di un secondo video giudicando infondate le notizie che in proposito sono circolate.