Cassazione, Roccella (Ap): Sentenza su cambio sesso tradisce Consulta, inaccettabile pressione su Parlamento
21 Aprile 2015
di redazione
“Con il pronunciamento sulla coppia sposata in cui uno dei coniugi ha cambiato sesso, la Corte di Cassazione tradisce in realtà la sentenza della Corte Costituzionale a cui mostra di riferirsi, cioè la 170 del 2014.” Lo afferma Eugenia Roccella, parlamentare di Area Popolare e Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera. “In quella sentenza la Consulta stabilisce con chiarezza l’impossibilita’ di “una pronuncia manipolativa, che sostituisca il divorzio automatico con un divorzio a domanda, poiché ciò equivarrebbe a rendere possibile il perdurare del vincolo matrimoniale tra soggetti del medesimo sesso, in contrasto con l’art. 29 della Costituzione”. “Esattamente – dice la parlamentare – ciò che oggi ha fatto la Cassazione, sostenendo che il matrimonio resta valido nonostante il cambio di sesso, in contrasto evidente con il citato art. 29 e con le sentenze della Corte Costituzionale sul tema. E’ inoltre inaccettabile – denuncia Roccella – che si adoperi una sentenza come esplicita forma di pressione nei confronti del Parlamento, che dovrebbe essere sovrano, e che in democrazia – conclude – rappresenta la volonta’ popolare”.