Cile. Sisma di grado 8.8, allarme tsunami fino al Giappone: almeno 180 morti
27 Febbraio 2010
di redazione
Un nuovo terremoto scuote un intero Paese facendo temere il peggio. Un sisma di 8,8 gradi della scala Richter questa volta ha colpito il Cile nella zona vicino alla città di Concepciòn. Subito dopo, il Pacific Tsunami Warning Center ha lanciato l’allarme tsunami sia nelle coste cilene nei pressi dell’epicentro che in quelle peruviane e, a scopo cautelativo, anche dell’Ecuador. L’allarme è stato in seguito ampliato anche a Colombia, Panama, Costarica e Antartide.
Anche i servizi metereologi giapponesi hanno emesso l’allerta tsunami e, secondo il centro d’allerta tsunami, un’onda anomala potrebbe raggiungere lo stato delle Hawaii per le 11.19 locali (le 22.19 di oggi in Italia). Secondo quanto indicato dall’istituto – che appartiene al National Weather Center – la Protezione Civile delle Hawaii deve prendere "misure urgenti per proteggere le vite e le proprietà".
Il Servizio geologico americano ha reso noto il terremoto si è verificato 90 chilometri a Nord-Est di Concepciòn, a una profondità di 55 chilometri, alle 3:34 del mattino ora locale (le 7:34 in Italia). Il Centro tsunami ha detto in un comunicato che "un terremoto di queste proporzioni ha il potenziale per generare uno tsunami distruttivo che può colpire le coste vicino all’epicentro nel giro di minuti e quelle più distanti nel giro di ore". La Marina cilena (Shoa) ha escluso invece che possa verificarsi uno tsunami in seguito al sisma che ha colpito il Paese. L’Isola di Pasqua è stata comunque fatta evacuare. Non si esclude poi che la forte onda anomala partita dall’altra parte del Pacifico possa arrivare anche in Giappone, "nella misura di poche decine di centimetri", non prima di domani pomeriggio.
Secondo i media locali il sisma avrebbe già causato 180 morti accertati, mentre il presidente eletto Sebastian Pinera aveva affermato in precedenza che le vittime sono almeno 120. La scossa è stata avvertita violenta anche nella capitale cilena, dove gli edifici hanno tremato per decine di secondi ed è saltata la corrente elettrica. Un responsabile della Protezione civile cilena ha detto che sono in corso accertamenti. Secondo il tam tam su Twitter, inoltre, l’Università di Concepciòn sarebbe "in fiamme, si leva alta nel cielo una nube". La notizia non è stata ancora confermata da fonti ufficiali. I giornalisti della Bbc descrivono le strade di Santiago come "intasate dal traffico e tutte le persone sono in strada, per paura di nuove scosse". "Non c’è luce, non c’è telefono, non c’è Internet. A distanza si vedono alcuni incendi", conferma un testimone intervistato dall’emittente che si trova sul posto.
Una webcam piazzata sull’aeroporto lascia intravedere una nube che sovrasta la città. Nella capitale, secondo altri utenti, interi edifici sarebbero crollati. Il presidente Bachelet ha lanciato un appello alla calma ed ha esortato chi ha bisogno di aiuto a rivolgersi alle autorità. Vi sono zone del paese in cui sono saltate le comunicazioni , ha dichiarato la Bachelet prima di entrare in una riunione di emergenza, e le squadre sono al lavoro per ripristinarne il funzionamento. Secondo un messaggio Twitter apparso sul sito del canale all news della tv pubblica cilena, Tvn 24H, 265 prigionieri sarebbero evasi dal carcere di Chillan, 140 chilometri a Sud di Talca. La notizia è stata confermata dalla gendarmeria.
"È stata una cosa veramente impressionante, anche perché tutto è successo nel cuore della notte", ha raccontato Silvia Bartolini, presidente della consulta degli Emiliano-romagnoli nel mondo che si trova a Santiago del Cile dove è arrivata ieri e dove ha trascorso la notte. Attraverso l’ambasciata d’Italia a Santiago del Cile, l’Unità di crisi del ministero degli Esteri sta cercando di verificare l’entità dei danni del violento sisma che nella notte ha colpito il Cile. In tutto il Cile, si è appreso alla Farnesina, gli italiani registrati all’anagrafe consolare sono 50 mila. I connazionali residenti nella città di Concepciòn sono un po’ più di 500. L’ambasciatore a Santiago, Vincenzo Palladino, ha sottolineato la volontà del governo italiano di contribuire con aiuti, "con le modalità ritenute più opportune dalle autorità cilene".
Il terremoto registrato oggi nel Cile è la quinta scossa più potente mai registrata nella storia. L’energia liberata è stata circa 600 volte maggiore di quella del terremoto che ha distrutto Haiti. Di più forti se ne ricordano solo altre quattro: da 9.5 nel 1960 ancora in Cile a Valdivia (oltre 400 chilometri a sud di Concepcion), da 9.2 in Alaska nel 1964, da 9.1 che generò lo tsunami nell’oceano Indiano nel 2004 e da 9.0 che distrusse Lisbona nel 1755. La botta di maglio che il 12 gennaio scorso è stata generata dalla rottura della faglia sotto Haiti e che ha portato alla devastazione di Port au Prince era ‘appenà di magnitudo 7.0 sulla scala Richter.
Intanto, è incominciato lo sciame sismico. Il servizio geologico americano Usgs ha registrato una replica del sisma di magnitudo 6.2 e poi una terza forte replica di magnitudo 5.6.