Cina. Oltre 337 vittime delle alluvioni, interi villaggi sotto il fango

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Cina. Oltre 337 vittime delle alluvioni, interi villaggi sotto il fango

09 Agosto 2010

Sono 337 le vittime delle violente piogge e delle inondazioni che hanno colpito la contea di Zhouqu nella provincia nord occidentale cinese del Gansu, contro i 137 dichiarati fino ad oggi pomeriggio. Chen Jianhua, capo del partito nella prefettura autonoma tibetana di Gannan che comprende Zhoqu, ha aggiornato il bilancio delle vittime, così come ha detto che sono 1.148 i dispersi.

Sono invece 218 i sopravvissuti feriti ricoverati in ospedale in zona, mentre 41 feriti gravi sono stati trasferiti a Lanzhou, capoluogo della provincia del Guansu. Le squadre di soccorso continuano incessantemente le ricerche, sperando di trovare ancora qualcuno vivo. Si stanno perdendo le speranze, soprattutto perchè il fango ha coperto tutto e, in alcune zone, è arrivato a due metri di altezza.

Labili speranze, incoraggiate tuttavia dal ritrovamento, avvenuto oggi, di una donna di 74 anni, recuperata in tarda mattinata dalle macerie di un palazzo distrutto nella contea di Zhouqu. La donna, Yang Jinfeng, è stata estratta quasi 40 ore dopo il crollo della sua abitazione. La donna si trovava nel suo appartamento e dormiva quando è stata sorpresa da acqua e fango. Si scava con le mani e si teme che il bilancio delle vittime aumenti, anche perché molti villaggi non sono ancora stati raggiunti. Altri, come quello di Yeyuan, è stato completamente distrutto, raso al suolo. Lì dove c’erano le abitazioni, c’è solo un mare di fango. Quest’ultimo in tutta la contea ha livellato e coperto un’area di 5 chilometri di larghezza e 500 di lunghezza, con 1,8 milioni di metri cubi di detriti e rocce. Il Ministero degli interni ha mandato nella zona sacchi a pelo oltre a tende, cibo e medicine. Ma la maggior parte dei generi di soccorso è bloccato su strade ancora impraticabili per detriti, rocce e fango.

Il premier cinese, Wen Jiabao ha esortato le squadre di soccorso ad agire su vasta scala chiedendo anche la fornitura di acqua potabile per le popolazioni colpite. "Al momento le priorità e le sfide sono allargare la portata delle ricerche e dei soccorsi combattere con la barriera del lago in maniera scientifica, pulire la fanghiglia e ripristinare le forniture di acqua potabile", ha detto il premier riferendosi anche al lago formato dalla barriera di detriti e rocce cadute sul fiume Bailong, che desta molta preoccupazione. Ci sono volute tre esplosioni guidate dagli artificieri dell’esercito cinese, per aprire alcuni varchi e permettere all’acqua di defluire. Secondo un portavoce provinciale, è lunga tre chilometri, larga 100 metri e profonda nove metri. Lo sbarramento ha formato un bacino di almeno 1,5 milioni di metri cubi di acqua. "Le ricerche in campo geologico – ha sottolineato Wen Jiabao – devono essere rafforzate in modo da individuare le aree potenzialmente pericolose, così che i residenti di queste regioni possano essere fatti evacuare in tempo".