Clinica Santa Rita, l’ex primario condannato a 15 anni e 6 mesi
29 Ottobre 2010
di redazione
I giudici del Tribunale di Milano hanno condannato Pier Paolo Brega Massone, ex primario della clinica Santa Rita, la casa di cura milanese, a 15 anni e 6 mesi di reclusione per gli interventi, ritenuti inutili e dannosi, svolti centro medico su circa ottanta pazienti con lo scopo di "gonfiare" i rimborsi da parte del Servizio sanitario nazionale.
I giudici della quarta sezione penale hanno dichiarato Brega Massone interdetto in via perpetua dai pubblici uffici e hanno condannato Fabio Pietro Presicci e Marco Pansera, rispettivamente, a 10 anni e 6 anni e nove mesi di carcere. Per Brega Massone, i pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano avevano chiesto 21 anni di reclusione. I tre chirurghi sono stati condannati anche a risarcimenti che vanno dai 50mila ai 70mila euro nei confronti dei pazienti per i cui casi sono stati condannati. Non solo, altri cinque medici sono stati condannati a pene che vanno da da un anno e mezzo a quasi tre anni. Giuseppe Sala, ai tempi l’anestesista della clinica, è invece stato assolto.
Brega Massone ha così commentato la sentenza: "Sono il capro espiatorio di una situazione più ampia". Il legale del medico ha fatto sapere che ricorrerà in Corte d’Appello e anche in Cassazione e ha aggiunto: "Brega Massone si è sempre dichiarato innocente".
L’inchiesta sulla clinica di via Jommelli è cominciata nella primavera del 2007. Le persone arrestate sono state 14, tutti medici o ex medici insieme al titolare della clinica e l’ex direttore sanitario, il dottor Pier Paolo Brega Massone. I medici sono stati accusati di omicidio, aggravato dalla crudeltà e dall’aver agito per percepire il profitto. Le accuse si riferiscono a cinque casi di pazienti, in particolare anziani in condizioni di forte debilitazione, operati nonostante non fosse necessario.