Convention Pdl. Quagliariello: “Correnti non diventino partiti nei partiti”

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Convention Pdl. Quagliariello: “Correnti non diventino partiti nei partiti”

12 Giugno 2010

"Non voglio che le correnti diventino partiti nei partiti, e che la vita delle istituzioni sia sottoposta alle esigenze delle correnti: significherebbe passare dalla partitocrazia alla correntocrazia, e questo proprio non si può accettare". Lo afferma il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, intervenendo alla convention del Pdl in corso a Roma.

"Le correnti – spiega – non fanno saltare il patto tra elettori e istituzioni che si salda quando si vincono le elezioni. Ma con le correnti esiste un problema: è inutile fare finta di non vederlo". Da qui il monito: "C’è la dinamica delle istituzioni e dall’altra parte c’è il dibattito del partiti. È bene che non ci siano sovrapposizioni. Questo devono capirlo la maggioranza e la minoranza", ha concluso auspicando che l’iniziativa di oggi "vada verso il Pdl e non porti il partito a diventare uno spazio di correnti".

Della stessa opinione è il ministro Altero Matteoli che, nel suo intervento, ha sottolineato come "siamo qui per unire" e poi ha rilevato: "Nonostante la fusione di due grandi partiti noi abbiamo una grande leadership. Quanto pagherebbe la sinistra se potesse riconoscersi in un leader diverso che sia forte come il nostro?". E allora, sottolinea Matteoli, "non siamo pentiti per la nascita del Pdl. Abbiamo realizzato un fatto rivoluzionario e la destra non ha dovuto rinunciare a nulla ottenendo grandi risultati: se oggi a Roma il sindaco viene dall’Msi è possibile solo se c’è il Pdl". Infine Matteoli puntualizza: "Non abbiamo bisogno di professionisti della legalità. Dobbiamo continuare ad agire come abbiamo sempre fatto. La legalità non è fatta solo di leggi scritte o di corse all’ultimo emendamento. Non ci appartiene il tema della legalità come strumento di lotta contro l’avversario".

"Nel Pdl non ci sono due destre, non c’è una destra greve e populista e una legalitaria e nazionale, ma c’è un unico partito in cui sono confluite due storie diverse". Aggiunge il coordinatore del Pdl Sandro Bondi alla convention del partito. Il ministro si dice favorevole ad "un confronto che costruisca una nostra storia insieme". "Se non ci sarà la costruzione di una storia che non sia in continuità con quella di Berlusconi – conclude – io non la seguirò mai".

Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, esclude polemiche all’interno del partito e con la componente finiana. Nessuna prova di forza, "chi si aspettava qui di far scorrere il sangue" rimarrà deluso. "Non abbiamo bisogno di contarci -rimarca Gasparri- lo abbiamo già fatto. Vogliamo invece un Popolo della libertà che conti di più per l’Italia". "La discussione e il confronto – assicura il presidente dei senatori Pdl – non ci spaventano, veniamo da storie diverse ma vorremmo che accanto a questo ci fosse un amore per questo partito". Per Gasparri, occorre "vedere ciò che può essere migliorato" e lavorare. Perché, conclude,"le grandi cose sono faticose, il Pdl è un partito progetto, il partito degli italiani".