Coppa America: pensate se avesse vinto Napoli!
04 Luglio 2007
di redazione
Si era puntato per quest’estate sulla Coppa America.
Bassolino e la Russo Jervolino, per nulla appesantiti dalla già allora
incalzante “emergenza rifiuti”, avevano sperato di lavare in mare i panni
sporchi politici ed amministrativi di una regione, di una città, di un sistema
di governo ormai impresentabili agli occhi del mondo.
Se Napoli avesse prevalso
e la Coppa non si fosse svolta a Valencia, nulla e nessuno autorizza a pensare
che il decreto approvato ieri grazie al voto di fiducia non ci sarebbe stato.
Col provvedimento, in deroga alle preesistenti
norme ambientali, paesaggistiche, di difesa del suolo, i siti delle discariche
vengono sottratti alla giurisdizione dei tribunali. Già si annunciano conflitti
di attribuzione alla Corte Costituzionale e alla Corte di giustizia europea; e
sulla copertura finanziaria tutto è opinabilissimo. Non solo: per quanto
umiliante, tale decreto non è detto sia sufficiente a superare l’emergenza.
Meglio, dunque che Alinghi abbia battuto New
Zealand in tutt’altre acque. Napoli e la Campania non avevano né hanno diritto
a vantare il proprio nome, il proprio cielo, il proprio vento nella
competizione sportiva: a quel diritto hanno preferito immondizia,
irresponsabilità, camorra. Ed a Valencia, intanto, vinceva la Svizzera: un
paese senza il mare.
Ormai alla “monnezza” ci si è arresi. Travolti
dalla propria vacuità i poteri regionali; incapaci di mettersi in moto quelli
sostitutivi dello Stato; già arrivato il grande caldo; fallita la cooperazione
fra la protezione civile di “Bertolaso” e l’ambientalismo di Pecoraro Scanio.
Neanche il generosissimo sforzo del Capo dello Stato è riuscito ad arginare il
degrado. Per carità di patria, Napolitano si era spinto a farsi supplente di
titolari inetti eppur rissosi. Non è bastato. Non solo per le timidezze del
ministro degli Affari Regionali Lanzilotta, ma per una generale filosofia della
resa ai cattivi umori e ai pessimi odori, il governo Prodi ha scelto una sua
via di “fuga verso Brindisi”.
Nel senso che, invece di mobilitare la conferenza
Stato-Regioni e, tramite essa, le altre regioni, l’Esecutivo è andato a cercare
aiuti fra Albania e Romania. Come istituzione , lo si sapeva, quella regionale
è davvero scombinatissima. Ma le cataste che si accumulano da mesi nelle
periferie di Napoli, Salerno, Caserta di fatto feriscono a morte l’Italia prima
e più della Campania. Vedere Bassolino pavoneggiarsi fra le “autorità” l’ultimo
giorno di gare sarebbe stato amaro. Meno male che c’era Valencia.
(luigi compagna)