Coree. Obama manda la portaerei ma non vuole la guerra con Pyongyang

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Coree. Obama manda la portaerei ma non vuole la guerra con Pyongyang

24 Novembre 2010

Barack Obama conferma il suo appoggio incrollabile alla Corea del Sud. Il presidente americano non vuole la guerra e gli Stati Uniti "sperano" che la Cina faccia sentire la propria influenza sulla Corea nel Nord per riportare la calma nella regione. Ma Pyongyang sappia che da domenica la portaerei George Washington e altre unità navali americane opereranno nel Mar Giallo in manovre militari congiunte con la marina militare sudcoreana.

Pyongyang è avvertita. È questa la risposta del presidente Usa al bombardamento nordcoreano contro l’isola di Yeonpyeong. Per Washington si è trattato di "un’azione isolata", non c’è ragione al momento per scatenare un conflitto, e la Cina può avere un ruolo "centrale" al riguardo. Ma Pyongyang deve cessare le sue "provocazioni".

Al termine del Consiglio di Sicurezza convocato d’urgenza nella Situation Room della Casa Bianca, Obama ha chiamato il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, e gli ha ribadito che gli Stati Uniti sono «fermamente e pienamente a fianco» di Seul. "I due presidenti – ha sottolineato la Casa Bianca riferendo della telefonata di Obama a Lee – hanno concordato di tenere nei giorni a venire manovre militari congiunte, volte a rafforzare la ravvicinata cooperazione di sicurezza tra i due Paesi". Nonostante il suo reiterato desiderio di seguire con la Corea del Nord quella che fin dall’inizio del mandato ha definito la "strategia della pazienza", Obama dopo due anni di diplomazia constata che la pazienza comincia a venir meno.

Le manovre militari congiunte disposte con Seul hanno questa valenza: o Pyongyang la smette, oppure la reazione americana ci sarà. Così facendo, però, c’è il rischio di scatenare una guerra nella quale Seul sarebbe inevitabilmente il primo bersaglio. Per questo Washington «spera» che la Cina faccia sentire tutta la sua influenza sulla Corea del Nord per riportare la calma. Pechino oggi ha espresso "dolore e rammarico" per la perdita di vite umane, si è detta "preoccupata" per l’incidente e ha invitato le due Coree al dialogo per una soluzione pacifica.

Gli esperti militari Usa hanno esaminato le immagini dei satelliti ed escludono che la Corea del Nord si stia preparando ad un conflitto. Quel fuoco d’artiglieria, come ha detto il capo degli stati maggiori congiunti, ammiraglio Mike Mullen, è stata più che altro una "manifestazione muscolare" del presidente Kim Jong-il "per facilitare la successione del figlio", Kim Jong-un.

Per gli Usa, però, l’episodio rappresenta comunque una violazione dell’armistizio del 1953. . È esattamente per questo che la portaerei a propulsione nucleare George Washington è in rotta verso le acque coreane, con i suoi 75 aerei da guerra e il suo equipaggio di 6.000 uomini. Per il momento si tratta solo di "manovre congiunte" con la marina sudcoreana. Ma la Washington, con tutta la sua potenza, sarà lì già domenica.