Coree. Salgono le tensioni: Pyongyang minaccia la guerra
09 Marzo 2009
di redazione
Salgono le tensioni tra le due Coree. Un portavoce del ministero della Difesa della Corea del Nord ha dichiarato che il governo di Pyongyang ha deciso di interrompere le comunicazioni con la Corea del Sud. In questo modo Kim Jong-II vorrebbe anticipare possibili ritorsioni in caso di abbattimento del satellite che intende lanciare perché “l’interferenza con le pacifiche attività spaziali del Paese significherebbe una dichiarazione di guerra”. Per gli Stati Uniti si tratterebbe in realtà di un test per il missile balistico Taepodong 2, capace di raggiungere il territorio americano i cui preparativi, secondo fonti di intelligence, sarebbero ormai allo stadio conclusivo.
L’avvertimento giunge proprio nel giorno dell’inizio delle esercitazioni militari congiunte tra Usa e Corea del Sud. L’esercitazione militare, svolta annualmente, vedrà impegnati fino al 20 marzo circa 26.000 soldati americani e decine di migliaia sudcoreani, oltre all’utilizzo di forze aeree e navali tra cui una portaerei Usa a propulsione nucleare. Nei giorni scorsi il regime di Pyongyang aveva duramente criticato l’esercitazione congiunta, definendola una “provocazione verso la guerra”. Per la Corea del Nord, le manovre congiunte di Seul di quest’anno sarebbero “senza precedenti” nella durata e nel numero di “forze d’aggressione” partecipanti.
Secondo una dichiarazione tradotta anche in inglese dalla Kcna (l’agenzia del regime comunista), la Corea del Sud, gli Usa e il Giappone sarebbero Paesi che potrebbero ostacolare le iniziative di Pyongyang. I servizi di intelligence di Stati Uniti e della Corea del Sud, in particolare, ritengono che il lancio possa essere invece una copertura per testare un missile a lungo raggio teoricamente in grado di colpire l’Alaska e le Hawaii.
L’interruzione dei rapporti tra le due Coree ha impedito che i lavoratori del Sud potessero raggiungere la zona economica speciale di Kaesong, città di confine a ridosso dell’area smilitarizzata dove sorge un consorzio industriale intercoreano gestito dalla Hyundai. Secondo l’agenzia Yonhap, sarebbero circa 700 i sudcoreani che non sono stati in grado di attraversare la frontiera.
La Corea del Nord ha quindi reso noto di aver posto le sue truppe in stato d’allerta da combattimento in risposta alle annuali manovre militari congiunte Stati uniti-Corea del sud, minacciando una massiccia rappresaglia in caso di violazione del proprio territorio. Per Pyongyang si tratterebbe di una “misura di autodifesa per proteggere la sovranità e la dignità del Paese”.
Seul ha intanto espresso rincrescimento per la chiusura delle comunicazioni intercoreane. Il nostro governo ha affrontato le decisioni di Pyongyang “con pazienza ma esprime rincrescimento per il perdurare di queste misure da parte nordcoreana”, ha detto Kim Ho-nyoun, portavoce del ministero per la Riunificazione. Malgrado la tensione, l’inviato americano Stephen Bosworth ha dichiarato sabato a Seul che Washingon vuole proseguire il dialogo con Pyongyang. Venerdì la Corea del Nord ha dichiarato che, dati i rischi attuali di conflitto, non poteva più garantire la sicurezza dei voli commerciali che transitano sul suo spazio aereo. Diverse compagnie aeree hanno reagito cambiando le loro rotte.