Crisi. Berlusconi al forum di Confindustria: “L’Italia non è in declino”
10 Aprile 2010
di redazione
L’Italia non è in declino. Lo ha rivendicato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parlando al convegno della Confindustria a Parma, citando una serie di dati relativi a industria e famiglie.
Il Paese "ha capacità e risorse per andare avanti", ha aggiunto il premier, e il Governo "sta facendo la sua parte". "Da troppe parti si continua a dire – ha lamentato Berlusconi – che il nostro Paese sta declinando. Nel 2009-2010 stiamo stati in grado di presentare un deficit pubblico che è tra i più contenuti, Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna hanno deficit che sono doppi o più che doppi rispetto al nostro e nel 2010 saremo il Paese della vecchia Unione europea con il più basso deficit primario. Nel 2009 abbiamo avuto una diminuizione del pil che è stata contenuta, del 5%, all’incirca come la Germania, la Gran Bretagna e il Giappone".
"Se ci confrontiamo con la Germania e la Francia, tra il 1999 e il 2007 il valore complessivo della produzione manifatturiera italiana è cresciuto di più: 42% il nostro contro il 36 tedesco e il 9 francese. Nel 1999 il valore della nostra produzione manifatturiera era all’incirca uguale a quello della Gran Bretagna, nel 2007 era superiore del 40% a quello degli inglesi. Non mi sembra un declino, il merito non è certamente del Governo, il merito è assolutamente e soltanto vostro, credo che dovrete e dovreste esserne orgogliosi", ha proseguito il Cavaliere.
"Se il 2009 è stato un anno drammatico per il commercio mondiale – ha proseguito Berlusconi continuando nell’elencazione delle cifre – il nostro export manifatturiero ha perso 16 miliardi di dollari, rispetto al 2006: meglio di noi ha fatto solo la Germania con meno 8 miliardi di dollari, tutti gli altri Paesi del G6 hanno fatto molto peggio e rispetto al 2006 hanno perso: 21 miliardi la Francia, 49 gli Stati Uniti, 78 la Gran Bretagna, 78 il Giappone. Non credo che dobbiamo cavare una gioia da questi dati, ma almeno non sentirci depressi". Il premier ha poi contestato il fatto che l’Italia abbia perso competitività: "Guardando i valori in una prospettiva di lungo periodo, dal 1980 al 2005 i due Paesi che hanno aumentato maggiormente il loro export manifatturiero, sono stati, in dollari correnti, la Germania ( 409%) e l’Italia ( 386%), nettamente davanti a tutti gli altri Paesi del G6". "E anche se consideriamo l’intervallo 2005-2008 l’Italia è quella che ha aumentato maggiormente il suo export manifatturiero sia in valori correnti sia in volume: in dollari correnti siamo cresciuti del 44%, davanti a Germani ( 35%), Francia ( 34%); in volume abbiamo guadagnato il 22% davanti a Francia (che ha fatto il 20%) e Stati Uniti (anche loro al 20%)".
"L’Italia tra il 2005 e il 2008, e se fossimo in declino davvero questo non sarebbe potuto succedere – ha insistito il premier – ha aumentato il suo surplus commerciale da 64 a 103 miliardi di dollari. Dunque non vi è stato nei fatti un vero declino dell’industria manifatturiera italiana a livello internazionale». "Se vogliamo guardare anche alle famiglie italiane, hanno una tenuta economica sorpendente. Nel 2008 e nella prima parte del 2009 la ricchezza netta complessiva è diminuita soltanto dell’1,9% rispetto al 2007. Un dato negativo, ma guardiamo gli altri: negli Stati Uniti in 18 mesi le famiglie hanno perso più del 20% della ricchezza che avevano nel 2007, mentre gli inglesi nel 2008 in un solo anno hanno perso il 12%".
"Credo che tutto questo significhi – ha concluso Berlusconi – che il nostro Paese ha la capacità e le risorse per andare avanti. So benissimo che chi governa deve fare la sua parte e noi la stiamo facendo".