Crisi, Confindustria: 600mila posti di lavoro a rischio
16 Dicembre 2008
di redazione
Per la prima volta nel dopoguerra l’Italia vivrà nel 2008 e 2009 un biennio di recessione. Lo stima il Centro studi di Confindustria secondo il quale il Pil diminuirà dello 0,5% quest’anno e dell’1,3% nel 2009. La ripresa comincerà a farsi vedere solo alla fine dell’anno prossimo segnando poi nel 2010 un +0,7%.
Le possibilità di rilancio dell’economia sono però strettamente legate al ripristino della fiducia e al dissiparsi dell’incertezza che attanaglia la spesa di famiglie e imprese. Altrimenti «si avrà una recessione più lunga e profonda nel 2009, seguita da una stagnazione nel 2010. Il Centro studi di Confindustria, inoltre, nelle sue previsioni, stima per l’Italia un rapporto deficit/pil pari al 2,6% nel 2008 e al 3,3% nel 2009, contro il 3,4% del 2006 e l’1,6% del 2007. Un parziale rientro è previsto nel 2010, con l’indebitamento al 3,1%. Per quanto riguarda il debito, il Centro studi stima quest’anno un rapporto al 104,1% e l’anno prossimo al 106,1%. Anche in questo caso nel 2010 è previsto un lieve rientro al 105,7% del Pil.
Ancora, secondo Confindustria nel 2009, per la prima volta dal 1994, la variazione annua dei posti di lavoro sarà negativa, con un calo dell’1,4%. Tra il secondo trimestre del 2008 e la seconda metà del 2009 si avrà una perdita di 600mila posti di lavoro. Nell’industria la caduta sarà l’anno prossimo dell’1,8%. La crisi porterà «inevitabilmente ad un incremento sostanzioso del tasso di disoccupazione – prosegue il Centro studi di Confindustria – nel 2009 toccherà l’8,4% per l’effetto congiunto della perdita di posti e della ricerca di un impiego da parte dei soggetti a più basso reddito e nelle aree più arretrate del paese».