Crisi. Draghi: “La ripresa è lenta, il settore finanza è ancora fragile”

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Crisi. Draghi: “La ripresa è lenta, il settore finanza è ancora fragile”

04 Ottobre 2009

La ripresa è iniziata ma sarà lenta e con alcune fragilità nell’occupazione e nel settore finanziario. Il Fondo Monetario e il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, presidente del Financial Stability Board, concordano su un quadro che presenta ancora dei rischi per l’economia mondiale. Al vertice di Istanbul dell’Fmi, Draghi mette inoltre un altro tassello nella costruzione delle nuove regole per la finanza in tema di tetti alle retribuzioni, requisiti di capitale e principi contabili.

Draghi ribadisce che le banche devono rafforzare il loro capitale mentre sulla situazione italiana, a chi gli chiede se devono far ricorso al mercato o usare i Tremonti-Bond, si limita a osservare che "la Banca d’Italia fa supervisione e le banche devono avere un capitale adeguato». Via Nazionale ha peraltro più volte in passato invitato gli istituti di credito a utilizzare gli strumenti di finanziamento messi a disposizione dall’esecutivo. Dopo la pressante richiesta dei governi mondiali, attraverso il G20, di nuove regole sull’economia, anche il comitato monetario ed economico del Fondo Monetario invita senza indugio a completare il compito, affidato all’Fsb di Draghi.

Il governatore comprende i timori espressi in questi giorni da alcuni settori dell’industria bancaria e finanziaria per la quantità dei cambiamenti in arrivo, ma ammonisce che "bisogna dissipare l’idea che la finanza continuerà a funzionare come prima della crisi. Il mondo è cambiato e le nuove regole sono un punto cruciale". La normativa comunque non arriverà in maniera improvvisa e il sistema avrà tempo per adattarsi. La "mappa" delle retribuzioni, intanto, verrà fatta dalle autorità di supervisione a dicembre per essere poi rivista dall’Fsb a febbraio. Anche in tema di requisiti di capitale il cambiamento avverà per gradi: predisposti entro fine anno, calibrati nel 2010 e resi obbligatori quando la ripresa partirà, con lo scopo di metterli in atto entro la fine del 2012.

La ripresa sta quindi partendo, si ripete a Istanbul, ma c’è una condivisione da parte di tutti che per ora è spinta per buona parte dalle misure anti crisi che, se ritirate, farebbero ripiombare il mondo nella recessione mentre ci sono ancora delle incognite. La forte disoccupazione innanzitutto e poi i consumi. Certo "il sistema finanziario – spiega Draghi -è più solido di cinque mesi fa, ma resta fragile perché c’è un forte bisogno di capitale e ci sono partite di bilancio ancora immobilizzate". C’è un sostanziale miglioramento della congiuntura dovuto a Cina e paesi emergenti.

Il quadro aggiunge Draghi "è molto complesso e non si presta all’individuazione di un trend di crescita chiaro. Si guarda ai dati sulla tenuta dei consumi, sulla ripresa degli investimenti e alle scorte e si vede che tutti i componenti sono incerti". L’Unione Europea, per bocca del commissario agli affari economici Joaquin Almunia insiste che "mettere a punto politiche coordinate farà la differenza e si tradurrà in maggiori tassi di crescita a livello mondiale nel medio periodo", perché la crisi ha lasciato dei "danni duraturi e nei prossimi anni la crescita resterà probabilmente relativamente sotto tono".