Crisi. Rapporto Ocse: “L’Italia tiri le cinghia fino al 2010”
25 Novembre 2008
di redazione
"Le incertezze relative a questa versione dell’Outlook sono eccezionalmente elevate, specialmente per quanto riguarda la velocità con cui la crisi dei mercati finanziari sarà superata". Lo dice il capo economista dell’Ocse Klaus Schmidt-Hebbel nell’editoriale dell’Economic Outlook del’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il rapporto semestrale dell’Ocse.
L’organizzazione analizza l’attuale crisi economica internazionale e lancia le sue proposte per aiutare l’economia a ripartire: "Nelle attuali condizioni di estremo stress finanziario", accanto alla politica monetaria i paesi che hanno spazio di manovra in termini di bilancio, "dovrebbero agire anche sulla leva fiscale". L’Ocse suggerisce inoltre che agli investimenti in infrastrutture sono da preferire tagli fiscali o trasferimenti ai redditi più bassi, "più efficaci nel sostenere i consumi".
Italia. In Italia nei prossimi anni peggiorerà il divario tra il Pil reale e quello potenziale, il cosiddetto ‘output gap’. Ma l’Ocse ritiene che comunque "le famiglie italiane resteranno caute sui consumi e la crescita dei consumi potrebbe non riprendere se non alla fine del 2009". Lo scarto previsto è pari a -1,2% quest’anno (dopo +0,2% nel 2007), seguito da -3,5% nel 2008 e da -4% nel 2010. L’economia crescerà quindi significativamente meno di quanto sarebbe nelle sue possibilità.
Nel belpaese "la recessione, iniziata all’inizio dell’anno, è probabile che si trascini per gran parte del 2009, come in molti altri paesi dell’Ocse". L’Outlook prevede ulteriori cali del prodotto interno lordo fino a fine 2009 a fronte di "condizioni creditizie interne più difficili", della crisi finanziaria globale e delle "continue perdite di competitività sui costi". Inoltre, sottolinea un "forte aumento della quota dei redditi" destinata ai risparmi nel 2008, e si aspetta un aumento della disoccupazione fino a tutto il 2009.
Nonostante i dati negativi, "in Italia la crisi immobiliare ha colpito meno che altrove e le banche non hanno fatto finora ricorso al sostegno pubblico". "L’unica banca che ha proceduto a una significativa raccolta di nuovo capitale – continua il rapporto – lo ha fatto senza alcun fondo o garanzia pubblica", scrive l’Ocse nel rapporto, facendo riferimento a Unicredit. Peraltro "le condizioni del credito da parte delle banche su mutui, prestiti al consumo e imprese hanno continuato ad irrigidirsi in Italia, come in altri Paesi".
L’Ocse valuta positivamente i tagli al pubblico impiego nella Finanziaria 2009 e sottolinea che "dovrebbero essere attuati con cura in modo per contribuire sia a una maggiore efficienza, sia ai risparmi di bilancio".
Usa ed Eurolandia. L’Ocse vede nero anche per la crescita economica di Usa ed Eurolandia nel quarto trimestre. Gli economisti dell’Ocse prevedono che, nel 2009, sia gli usa che la zona euro registrino un Pil in calo nella prima metà dell’anno, con una ripresa "graduale" in Europa e "fiacca" negli Usa.
"La contrazione più forte dell’attività economica a fine anno si vedrà negli Stati Uniti" – si legge nell’Economic Outlook – dove continuano a scendere i consumi, i redditi reali e i prezzi delle case. Lo studio pubblicato oggi prevede un’espansione del prodotto interno lordo dei Quindici dell’1% nel 2008, una contrazione (-0,6%) nel 2009 e un ritorno alla crescita nel 2010 (+1,2%).
Quanto a Eurolandia, "il Pil si è contratto sia nel secondo che nel terzo trimestre e probabilmente scenderà anche nel quarto".
Area Ocse. Il gap medio dell’Ocse è previsto rispettivamente a zero, -2,5% e -3,25 nei tre anni. Per il complesso dei 30 paesi dell’Ocse l’Outlook prevede una crescita dell’1,4% nel 2008, un calo dello 0,4% nel 2009 e un’espansione dell’1,5% nel 2010. Maglia nera per l’Islanda con -12,4% nel 2010. Male anche Irlanda (-8,6% nel 2010) e Spagna (-6,2%).
Per gli Usa le stime – che confermano quelle anticipate lo scorso 13 novembre – indicano rispettivamente +1,4%, -0,9% e +1,6%. Per il Giappone, l’Ocse prevede rispettivamente +0,5%, -0,1% e +0,6%. "Con una persistente debolezza economica e una crescita anemica dei salari, la deflazione – si legge nell’Outlook – potrebbe tornare a metà del 2009".
"Molti Paesi dell’Ocse sono o già o sono sull’orlo di una recessione prolungata di una magnitudo che non si vedeva da inizio anno 80. Come risultato, il numero dei disoccupati potrebbe aumentare di otto milioni nei prossimi due anni". Così l’Ocse rivede al ribasso, sia pure leggermente, le stime per il 2009 rilasciate solo 2 settimane fa. Il Pil dell’area è ora stimato a -0,4% (da -0,3%).