Crisi. Sacconi: “Social card allargata: così avremo mappa di povertà”
29 Giugno 2009
di redazione
"Ci sarà un allargamento della platea degli interessati alla social card". Lo conferma il ministro del Welfare Maurizio Sacconi in una intervista al Giornale in cui spiega che "stiamo facendo calcoli sulle risorse residue".
Allora, è stato chiesto, non avete speso tutti i soldi che servivano per finanziare la carta? "Sì, avevamo stabilito – risponde il ministro – dei criteri per avere la carta adattandoli alle risorse a disposizione e abbiamo visto che gli aventi diritto sono molto al di sotto delle aspettative. Ma la vera novità della carta è proprio questa, si disegna per la prima volta l’area della povertà assoluta".
Il governo sta inoltre valutando un paniere ad hoc per la terza età: "Un modo per garantire la tutela del potere di acquisto delle pensioni più basse – spiega Sacconi – è proprio quello di prevedere un paniere specifico dei consumi della terza età".
Nel frattempo, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, in un’intervista a Repubblica, ha chiesto al governo un piano straordinario per rilanciare i consumi detassando anche le spese o gli investimenti dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, accanto a quello già fatto per detassare gli utili reinvestiti.
Epifani propone di "consentire per un anno, in via straordinaria, la detrazione di determinate spese per sostenere la domanda". Ad esempio le spese scolastiche, "se si volessero aiutare le famiglie con figli a carico. Ma si possono sostenere anche altre e diverse fasce sociali". "Questo – spiega – permetterebbe di uscire dalla discussione sul fattore psicologico della crisi sul quale tanto insiste il presidente del Consiglio". In merito alla richiesta dell’Ue di aumentare l’età per il pensionamento delle donne nella pubblica amministrazione, il leader sindacale afferma che "non si possono fare interventi a pezzi, è necessaria una riforma organica", e propone di tornare "all’età flessibile per la pensione di vecchiaia come era previsto dalla legge Dini".
Il segretario della Cgil chiede poi al governo di confermare i contratti precari nella pubblica amministrazione e di prevedere un bonus fiscale anche per gli imprenditori che rinnovano i contratti ai precari. "Sono – sostiene – i più deboli nel mercato del lavoro". Non ha dubbi sul fatto "che le imprese abbiano apprezzato il decreto del ministro Tremonti. Osservo, tuttavia, – prosegue – che esso servirà più alle medie e alle grandi aziende anzichè alle piccole. C’è stato anche un giudizio positivo della Cisl. Sta di fatto che per il lavoro dipendente e i pensionati c’è poco o nulla. La manovra del governo ha un senso, però continuano a mancare misure per il Mezzogiorno e a sostegno della domanda".
Il governo ha privilegiato la difesa dell’occupazione con interventi mirati a favorire il ritorno al lavoro dei cassintegrati. "Questi interventi arrivano con un po’ di ritardo. Un anno fa andavano sostenuti i contratti di solidarietà. Noi non siamo contrari ai progetti di formazione per chi sta in cassa integrazione, pensiamo però che potranno essere efficaci quando riprenderà la produzione. Oggi, piuttosto, andrebbero sostenute fiscalmente quelle imprese che rinnovano i contratti a tempo determinato in scadenza o i contratti di collaborazione a progetto".