Darfur. Resa nota l’identità del medico italiano rapito

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Darfur. Resa nota l’identità del medico italiano rapito

12 Marzo 2009

Si conosce finalmente l’identità del medico italiano rapito in Darfur, si tratta di Mauro D’Ascanio. L’uomo è di origine veronese. Un comunicato del ministero degli esteri sudanese ha poi reso noto : "In base alle informazioni disponibili al momento", i tre operatori umanitari rapiti in Darfur "stanno bene e non hanno subito maltrattamenti". Il capo della commissione sudanese degli affari umanitari Hassabo Mohammed Abdel Rahmane, nel corso di una conferenza stampa ha aggiunto: "i tre operatori umanitari hanno parlato con i loro colleghi al telefono e stanno bene".

Contestualmente, da Montecitorio – sia da rappresentanti di maggioranza che di opposizione – è arrivata una richiesta affinchè: "Il governo informi l’Aula sulla situazione determinata dal rapimento di un italiano nel Darfur e promuova ogni iniziativa perchè il nostro connazionale sia prontamente restituito alla libertà".

A margine, il Parlamento Europeo chiede il ritorno immediato delle ong nel Darfur. La fonte è il vicepresidente dell’Assemblea Ue, Mario Mauro (Pdl-Fi), esprimendolo in un comunicato. Lo stesso Mauro si è fatto promotore, insieme ad altri 9 eurodeputati del Partito popolare, dell’appello contenuto in una risoluzione approvata in assemblea plenaria a Strasburgo. "Il Parlamento europeo – afferma Mauro – condanna l’espulsione delle agenzie umanitarie da Kartoum in risposta al mandato di arresto per il presidente Al Bashir". L’europarlamentare afferma che "siamo di fronte al rischio concreto di una catastrofe umanitaria, per questo le istituzioni europee chiedano con forza il ritorno delle Organizzazioni umanitarie espulse dal Sudan e l’immediata riapertura del centro Amel per la riabilitazione delle vittime di violenza". Infine un appello più ampio, "la comunità internazionale – afferma ancora Mauro – prosegua senza sosta a sollecitare azioni di pace e giustizia in Sudan".

Come per rispondere alle dichiarazioni di Mauro, ma in chiaro disaccordo, le equipe di Medici senza frontiere (MsF) presenti in Darfur stanno lasciando l’area. Lo ha reso noto il direttore della sezione del Belgio. "Medici senza frontiere – ha affermato Christopher Stokes – sta ritirando tutte le sue equipe in Darfur di tutte le sezioni". Le uniche persone che resteranno saranno quelle impegnate per la liberazione dei colleghi. Le sezioni francese e olandese di Msf, tra l’altro, erano già state espulse dal Darfur dalle autorità sudanesi, dopo il mandato d’arresto di Omar El Bashir.