Dove vai a scuola? Alla “Makiguchi”

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Dove vai a scuola? Alla “Makiguchi”

20 Maggio 2009

La preside di una materna ed elementare di Roma ha proposto di cambiare nome al suo istituto – intitolato a Carlo Pisacane – per dedicarlo all’educatore Tsunesaburo Makiguchi. Nella scuola ci sono 270 bambini di 24 etnie diverse, bengalesi, rumeni e cinesi. E quel nome giapponese ha un sapore multietnico che non guasta mai.

La Pisacane in passato si era già distinta a) per aver innalzato un Presepio con tanto di pastorelli avvolti nella Kefiah, e b) per aver distribuito ai suoi alunni cappellini di carta colorata con l’appello al boicottaggio dei prodotti israeliani. Adesso vuole rendere onore a Makiguchi per i suoi indubitabili meriti di pedagogo.

Ma chi era costui? Makiguchi morì in carcere nel 1944 per la sua fiera opposizione al militarismo nazionalista giapponese. E’ stato il fondatore della “Soka Gakkai” che, attualmente, è la più grande organizzazione buddista nipponica al mondo, con oltre 12 milioni di aderenti. Avete presente quelli che ripetono ossessivamente la formula nam-myo-ho-renge-kyo? Sono i nipotini alla lontana di Makiguchi. Nel ’97 la Dia li ha inseriti nel rapporto “Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia”, come la Francia nel’95.

Ricapitolando, la preside Marciano archivia Carlo Pisacane, un eroe del Risorgimento che si batté a fianco di Mazzini durante la breve parentesi della “Repubblica Romana” del 1849. Un esempio di laicità dello Stato, insomma, in tempi in cui si grida al ritorno dello “stato etico”. Quello stesso Stato a cui si impedirebbe volentieri di esporre il crocefisso in classe, perché turba gli studenti di altre fedi. Poi però la preside propone di ribattezzare l’istituto a Makiguchi, il creatore di un movimento che non distingue fra politica, pedagogia e religione. E magari tra un po’, invece di studiare il Risorgimento e farsi il segno della croce, gli studenti multietnici salmodieranno un bel nam-myo-ho-renge-kyo.