Draghi: “L’Italia esce dalla crisi ma con la crescita ai minimi europei”
13 Febbraio 2010
di redazione
L’Italia sta uscendo dalla crisi economia mondiale ma "con un tasso di crescita basso, ai minimi europei". Lo dice Mario Draghi, Governatore di Bankitalia, parlando al Forex e sottolineando che, invece, "una crescita sostenuta è base di benessere ed è presupposto della stabilità finanziaria per un Paese ad alto debito pubblico come l’Italia".
Il nostro Paese, ha aggiunto Draghi, si muove all’interno di un contesto internazionale che vede una ripresa dell’economia mondiale ancora difforme nelle diverse aree. "Il ritorno alla crescita – dice Draghi – è ancora fragile, segnatamente nell’area dell’euro. L’occupazione tarda a riprendersi e le condizioni del credito alle piccole e medie imprese, tuttora stringenti, frenano la ripresa". In Italia dopo che nel 2009 il Pil è sceso di quasi il 5%, si prevede "un recupero lento, con ampie incertezze legate in particolare agli andamenti del ciclo internazionale e alle condizioni del mercato del lavoro. Per molte nostre imprese – ha aggiunto Draghi – si sono aggravate difficoltà strutturali preesistenti".
La domanda interna, ha detto il Governatore, rimane debole e alla fine dello scorso anno "vi erano oltre 600mila occupati in meno rispetto al massimo del luglio 2008. La quota di popolazione potenzialmente attiva che è al momento forzatamente inoperosa è – dice Draghi – elevata e crescente e finchè la flessione dell’occupazione non si inverte permane il rischio di ripercussioni sui consumi e quindi sul prodotto".
A vantaggio dell’Italia ha giocato il fatto che la solidità e la prudenza delle banche non ha reso necessari interventi di sostegno della portata di quelli che hanno pesato gravemente sui bilanci pubblici di altri paesi. Tuttavia, ha detto il Governatore, "la perdita di produzione e di reddito è stata ingente" anche se la rete di protezione sociale "pur non riformata organicamente è stata opportunamente estesa così da arginare disoccupazione e abbandono sociale". Ora però serve tornare ad una crescita sostenuta che rappresenta "futuro per i giovani e dignità per gli anziani. Il nostro Mezzogiorno ne trarrebbe forza e può esserne traino".